sabato 30 giugno 2012

Calcio, Balotelli e razzismo.


Al calcio noi preferiamo il rugby. Riconosciamo però che l’impatto emotivo e lo spettacolo calcistico hanno maggiore visibilità e tutto gioca a favore di questo sport. Soldi, radio, tv e interessi lo hanno trasformato in un’industria, spesso delinquenziale. Dunque, il calcio come primo sport del paese. In questi giorni poi, con la serie di vittorie della nazionale di calcio agli "europei", non c’è italiano che non ne sia stato coinvolto. Per i nostri fini diventa necessario spostare l’attenzione ai calciatori, fra i quali spicca l’autore più decisivo delle vittorie italiane, ovvero Mario Balotelli, il giocatore italiano di colore che più di tutti è artefice dei successi. Non a caso abbiamo messo prima l’aggettivo «italiano» e dopo la specificazione «di colore», perché il giocatore prima è un italiano come tutti gli altri e poi ha il colore scuro della pelle. Ricordiamo altresì che Mario Balotelli è stato preso di mira ripetutamente, con accenti razzisti, da sedicenti tifosi che lo hanno contestato per il colore della sua pelle. A entrambi diamo dei consigli. A Balotelli suggeriamo di prendere alcune lezioni di stile da un docente di bon ton. Lo può benissimo fare, non gli costa nulla e, fatto più importante, gli eviteranno in futuro inutili atteggiamenti controproducenti da spavaldo che mostra i muscoli. Non ne ha bisogno. Ai tifosi razzisti consigliamo lo stesso trattamento di studio, solo che qui le lezioni dovrebbero essere più numerose. L’intento è duplice. Da una parte non farà male ai loro cervelli di imparare le regole della convivenza civile e dall’altra di imparare a comprendere che il loro razzismo e la loro inciviltà è una questione esclusivamente culturale. In poche parole sono degli ignoranti, che ignorano le regole del vivere civile. Saranno in grado così di gustare il sale della civiltà negli stadi dove il calcio è da prendere come un gioco e le partite solo come spettacolo, non rissa.

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