martedì 17 luglio 2012

Lingua inglese e politici italiani.


Una volta a scuola quando uno studente non riusciva a imparare si diceva che era un somaro. Ebbene i nostri parlamentari nella conoscenza della lingua inglese sono alla stessa stregua di un somaro. Non c’è ombra di dubbio che i politici italiani si fanno ammirare più per il loro politichese sfuggente che per la conoscenza dell’inglese. Lasciamo stare la lingua francese che una volta era la lingua preferita dal mondo della diplomazia e che la grande cultura italiana pretendeva come lasciapassare per rappresentare l’Italia all’estero e parliamo soltanto di inglese. Facciamo una statistica. All’estero nei paesi scandinavi (Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia) i parlamentari che hanno una conoscenza corretta dell’inglese sono il 100%. Fra questi parlano fluentemente l’inglese circa il 50%. Da noi, invece, su 945 fra onorevoli e senatori a parlare correttamente la lingua di Shakespeare non ci sono più del 5% del totale dei parlamentari. Se poi aggiungiamo anche il vincolo che la conoscenza della lingua deve essere anche fluente allora la percentuale si abbassa all’1%! Cose da pazzi. Saremmo felici di essere smentiti. Avete mai sentito parlare D’Alema, Bersani, Bindi, Finocchiaro, Rutelli, Vendola, Di Pietro, Fini, Berlusconi, Schifani, Cicchitto, Gasparri, La Russa, Bossi e tutta la pletora di avvocati e avvocaticchi del centrosinistra e del centrodestra in un inglese perfetto di Cambridge o di Oxford? No? E non li sentirete mai parlare in inglese perché loro stessi si vergognano. Nessuno di loro parla l’inglese fluente, alla Mario Monti, tanto per intenderci. Solo per questo motivo l'attuale premier dovrebbe essere confermato nella carica almeno per un'altra legislatura. E perché i parlamentari italiani non parlano inglese? Perché sono tutti dei provinciali. Ambiscono al massimo ad essere compresi nell’orticello del Bel Paese e basta. Lor Signori non si degnano di studiare e di apprendere l’inglese che a livello internazionale per un parlamentare è lo strumento di comunicazione più utilizzato al mondo. No. Loro sono i Signori del Parlamento Italiano, strapagati ma ignoranti in lingua inglese e in scienza. Chiedete loro di fare un piccolo sunto dell’Otello di Shakespeare e di enunciare il secondo principio della termodinamica. Ne vedreste delle belle. Si dovrebbero vergognare per la insufficienza della loro preparazione. E se in futuro mettessimo come sbarramento alla elezione dei nostri parlamentari il vincolo della conoscenza dell’inglese secondo lo standard internazionale del livello C1? Sarebbe una maniera elegante e sicura di trasformare radicalmente il nostro Parlamento in un’aula di persone certamente migliori di quelli attuali.

1 commento:

G. Tiburzi ha detto...

In compenso sanno parlare in campano, ciociaro e padano. Non credo sia poco. Poi, per la conoscenza del secondo principio della termodinamica, io mi contenterei di una maggiore conscenza della Carta Costituzionale. Una delle ultime campagne elettorali era centrata sulle tre i (una delle quali era "sicuramente" ignoranza).

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