venerdì 27 luglio 2012

Linguaggio chiuso e crisi irreversibile.


Adesso è di moda la parola “tecnicalità”. La adoperano esperti di politica finanziaria, politici di diverse tendenze e giornalisti a caccia di attenzioni accattivanti. Un po’ come l’orribile “quant’altro” e addirittura più del terrificante “nella misura in cui”. Tutti questi capoccioni ci stanno inondando di mediocri e insicure pseudospiegazioni sulla inamovibilità dello spread a 500. Il bello è che nessuna spiegazione è convincente. Pertanto avanziamo noi una proposta, non tanto per spiegare le cause dell’alto valore dello spread quanto per renderlo il più marginale e irrilevante possibile. Non è necessario essere degli esperti di finanza per comprendere che se gli italiani invece di esportare capitali nei paradisi fiscali li investissero, comprando italianissimi BTP, il paese non avrebbe le difficoltà di rifinanziamento che ha oggi con i tassi altissimi di interesse che deve pagare per lo spread fermo a valori inaccettabili. Per risolvere il problema bastano due condizioni. La prima tecnica, regalando all’investitore che compra BTP le spese di commissione e la trattenuta erariale, salvo raddoppiare queste spese in caso di vendita prima della scadenza. Così lo Stato e le banche, tra minusvalenze e plusvalenze, non perderebbero nulla e gli italiani sarebbero stimolati a investire in Italia con conseguenze benefiche sul debito pubblico. La seconda condizione è politica e insieme etica. Sapete che la questione etica è un nostro "pallino". Forse è addirittura più efficace della prima e non costa neanche un centesimo di euro. E’ l’autoesclusione di tutti i politici presenti nell’attuale Parlamento. Insomma, un tutti a casa senza vitalizio. La conseguenza? Uno spread che si ridurrebbe a livelli germanici! Altro che.

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