domenica 8 luglio 2012

Una guerra tra pochi ricchi e moltissimi poveri.


Il problema più importante che ha oggi davanti a se l’Italia non è un problema di economia o di finanza, ma di etica. La nostra potrebbe sembrare un’affermazione retorica, da ingenui. La critica che si potrebbe fare è del tipo: “con lo spread a 500, con la BCE che non può prestare soldi agli Stati indebitati, con l’euro ai minimi, con il debito a duemilamiliardi, con la crescita sottozero, con la disoccupazione ai massimi e tu vai a pensare all’etica”? In realtà ci troviamo a una svolta per la sopravvivenza della società italiana. Qui o si migliorano i pilastri etici della società italiana o si muore. Non esiste una terza possibilità. Il fatto è che quelli sopra elencati sono i sintomi della malattia, non le cause. La vera causa del disastro è invece un’altra e ha a che vedere con l’antropologia e con l’immoralità degli italiani. In poche parole, le vere ragioni della crisi stanno nel fatto che da almeno mezzo secolo in Italia c’è in atto una guerra tra due eserciti. Il primo è ben organizzato nel territorio, dotato di mezzi finanziari e armi sofisticate e con truppe armate fino ai denti. Il secondo è senza armamenti, disorganizzato e posto ai margini in cui può fare solo resistenza. La differenza fra i due è enorme e l’efficacia del primo sovrasta l’infruttuosità del secondo. Chi sono questi eserciti? Il primo è la malavita organizzata in un’accezione più ampia, che comprende politici prezzolati, sottobosco di governo, dirigenti e funzionari infedeli, banchieri malfattori, parassiti e delinquenti di tutti i generi. L’altro è l’esercito dei disperati, di coloro che, nonostante tutto, credono ancora nell’etica e nei valori dell’onestà, dell’equità e della moralità. Finora la lotta è stata impari ma la crisi da un lato e la sospensione della linfa vitale ai politici del centrodestra dall’altra - dovuta alla presenza neutra al governo di Mario Monti - sta cambiando la percezione della battaglia e la prospettiva di riuscita. L’unica possibilità che ha l’esercito “dei giusti” è che durante la tregua del governo Monti il processo di deberlusconizzazione continui e, soprattutto, che si tolga ai berlusconizzati lo strumento del controllo della comunicazione televisiva, che nella Rai vede il massimo dei desideri del Sultano di Arcore per continuare a fare politica feudale. Nel frattempo è comparso un esercito di nuovi adepti, che sta vincendo alcune battaglie, che ha un comandante alla “Che Guevara” che si chiama Grillo, e che è in gioco per la battaglia finale. Sapranno i nostri eroi organizzarsi e armarsi bene per la battaglia finale? Si, a una sola condizione. Che tu che leggi queste poche righe ti convinca che dovrai fare qualcosa per combattere il primo e aiutare i secondi. Altrimenti, tra qualche anno in Italia, tu farai parte di una delle due sole categorie di classi sociali rimanenti: un milione di lacchè del Sultano e 59 milioni di disoccupati poveri condannati a una morte lenta per disperazione. Indovina in quale delle due ti troverai?

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