lunedì 30 luglio 2012

Votare Grillo? No grazie.


Messi con le spalle al muro per decidere se preferiamo che il prossimo governo sia di nuovo nelle mani della vecchia Casta o del nuovo astro nascente Beppe Grillo, siamo in difficoltà perché, a nostro avviso, si tratterebbe di passare "dalla padella alla brace". Chi è Grillo? Che tipo di politica sarebbe la sua in caso di vittoria? La risposta è una sola: un salto nel buio. Potrebbe succedere di tutto e il contrario di tutto. Di Beppe Grillo sappiamo che è un contestatore di sistema che vuole sfasciare tutto, cioè di un soggetto che contesta tutto e tutti. Grillo è come il terremoto: prima vuole buttare giù tutto e poi promette di ricostruire tutto. Promette. E se poi realizzerà non la città di prima ma una serie di capanni strambi si può dire che abbiamo fatto bene a votarlo? E poi “ricostruire” è un verbo di azione che da solo non significa nulla. La domanda è: come ricostruire? Con quali soldi? Con quali progetti? Questo non lo dice. Noi siamo dell’avviso che il vero politico non è colui che riesce a contrastare le idee di un altro, fatto di per se lodevole, ma di colui che sa proporre una sua ricetta ai problemi. Grillo nei suoi discorsi da palcoscenico dispensa critiche a destra e a manca ma non propone soluzioni di sistema. Alcune sue critiche, lo riconosciamo, sono utili e convincenti, ma altre sono inaccettabili. Il pericolo maggiore è che a tutt'oggi egli non sia portatore di un progetto politico coerente, credibile, sistematico, affidabile sotto il profilo della politica interna ed europea. Lui contesta il sistema, i partiti, i politici, il governo, l’UE. Contesta tutti ma non propone. Anzi quelle poche volte che lo fa rovina tutto. Un esempio? E' un alleato “forte” del più pericoloso dei contestatori No Tav che esistano nell’intero pianeta, quel pensionato bancario Alberto Perino, leader nascosto e furbacchione del movimento, che lancia la pietra e nasconde la mano. E noi dovremmo mandare in Parlamento il devastatore Perino? No grazie.

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