Come far convivere Università, ipocrisia e stupidità.
E' ufficiale. La terza Università di Roma ha preso la storica decisione. Dopo mesi di approfondimento e dopo un'ampia discussione in Senato Accademico, l’importante vertice istituzionale, con il Rettore in testa, ha preso la più grave delle decisioni possibili. In poche parole, l'Ateneo ha abolito la lattina di Coca Cola dalle macchinette delle bevande e ha deciso di sostituirla con bibite cosiddette "eco-solidali". Tutti i Presidi delle varie facoltà presenti alla seduta sono stati d'accordo che era necessario prendere questa decisione all'unanimità per dare un segnale chiaro all’opinione pubblica italiana che era giunto il momento delle decisioni forti. Il provvedimento vale sia dal punto di vista educativo "dell'esigenza di fare formazione sull'aspetto etico dei consumi", sia dal punto di vista politico per motivi ideologici di stampo anti-americano, che vanno incontro alle esigenze degli studenti universitari di sinistra per la guerra in Iraq. Cosa dire del provvedimento? Dire che è ipocrita lo capiscono anche i sassi e francamente si rischia di minimizzare la ridicola decisione presa dal prestigioso Senato Accademico. Dire che è stupido è poco. Non basta la stupidità per prendere una decisione insulsa del genere. Se si è solo stupidi, credo che una persona che ha sete non ha assolutamente niente da ridire se beve un sorso di bibita rinfrescante, qualunque essa possa essere. Affermare che è poco intelligente, invece si. Questo mi sembra il giudizio più indovinato. La decisione è "poco intelligente" perché l’intelligenza, a quanto sembra, è merce rara in quella Università. Un’ultima chiosa. Noi non abbiamo mai bevuto coca cola, per il semplice motivo che abbiamo sempre ritenuto la bibita in questione fuori dalla tradizione italiana, che è una tradizione basata sulla cultura del vino (a tavola un buon bicchiere sempre, sia a pranzo che a cena) e su quella della birra (a cena con la pizza è veramente deliziosa). Dunque, non abbiamo mai bevuto coca cola. Nel paese della tradizione culinaria e dell’arte del bere non ci siamo mai sognati, in tutta la nostra vita, di bere un liquido che non si sa cosa possa contenere. Ma dopo questa decisione, faremo un’eccezione. La berremo qualche volta, magari con una fettina di limone per smorzare il suo pessimo gusto, per ricordarci che se l’Università italiana ha dei problemi nel non riuscire a formare laureati ben preparati una ragione c'è. Lasciamo al lettore la possibilità di comprendere il perchè, ricordandogli soltanto che se un Senato Accademico prende decisioni insulse come questa, vuol dire che di intelligenza in quella prestigiosa Istituzione ce n'è poca.
venerdì 11 marzo 2005
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