lunedì 21 marzo 2005


Strumentalizzazioni sull’inchiesta dell’anagrafe di Roma e campagna elettorale regionale nel Lazio.

"Sono entrato nell'anagrafe del Comune. Un legale mi ha detto che dovevo farlo". Ecco la puerile dichiarazione di un dirigente della società che è sotto indagine per aver violato la banca dati del Comune di Roma. Questi i fatti. E adesso passiamo alle opinioni. Siamo alle solite. Pescato con le mani nella marmellata, il dirigente cerca scuse inopportune, puerili e inutili. Non impareranno mai. Da parte del centrodestra e del centrosinistra si grida allo scandalo. Da una parte si mostrano prove della violazione degli archivi. Dall'altra si minacciano querele. Da una parte si grida ai pericoli per la democrazia, dall'altra si minacciano le vie legali. Ecco uno spettacolo indegno di un paese civile in cui l’intera classe politica comunale, provinciale, regionale e nazionale si becca come le galline per accusarsi reciprocamente di fare il proprio interesse. I politici sono piombati come falchi sull’accaduto perché hanno capito che si profila un tornaconto pubblicitario di carattere elettorale notevole. E invece di smorzare i toni e parlare di programmi per le elezioni regionali si svia l’opinione pubblica onde mascherare le proprie insufficienze come intera classe politica incapace di aiutare i cittadini a migliorare la propria vita. Ma si può essere più in malafede di così? In pratica la campagna elettorale per le regionali del Lazio ha ormai imboccato la strada dello scontro istituzionale e legale tra Comune di Roma e Regione Lazio e nessuno parla più di programmi, di proposte politiche, di progetti per il futuro governo regionale. Diciamo la verità: ma era proprio necessario? La morale della storia è sempre la stessa. Siamo governati da una classe politica insufficiente e incapace, che bada solo ai propri interessi. Si dice che si è passati dalla prima alla seconda Repubblica. Questo passaggio noi non lo abbiamo visto. A nostro giudizio siamo rimasti nell’unica Repubblica vissuta: quella dell’imbroglio!

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