Oggi è giornata di lutto. Un grande uomo è ritornato al Padre ed ha preso possesso del posto che gli spetta in Paradiso, vicino a Colui che gli ha permesso di fare tanto bene sul pianeta Terra. Cosa dire della morte del Papa? Si rischia molto di essere banali. Non ci sono parole adatte per ricordarlo adeguatamente. Dunque, tacciano le parole di lode. Non servono molto. Così come non serve ammucchiare opinioni di adulazione o di critica nelle cataste dei conformismi dell’una o dell’altra parte. A un uomo che ha permesso, con la sua sofferenza interiore e fisica, di predicare la pace e l’amore fra tutti gli uomini e che ha inviato sempre messaggi di fratellanza a tutti i Popoli e a tutte le Religioni, la migliore fra tutte le cose possibile è tacere, raccogliersi, meditare e riflettere sul ciò che Papa Woityla ha fatto durante la sua intera vita. Ma noi vogliamo disubbidire a questa esigenza, in nome della grande stima e della grande fiducia che abbiamo nutrito in Lui, per dire poche parole non di circostanza sul suo pontificato. Senza volere essere a tutti i costi originali abbiamo alcune opinioni al riguardo.
Noi pensiamo che Egli rimarrà nella storia per sempre, come una delle poche figure religiose in grado di oscurare tutte le personalità politiche mondiali del secolo scorso. Quello che ci ha colpiti in tutta la sua vita è la capacità che ha avuto questo grande uomo a influenzare positivamente i popoli. Pensate alla grande capacità mostrata nell’essere stato in grado di dialogare con tutti sia in una moschea musulmana che in una sinagoga ebrea. Ma la cosa straordinaria è stata a nostro avviso l’aver creato un clima di serenità in tutti con la sua capacità di dialogo con tutti. Insomma, riuscire a far incontrare in Piazza S. Pietro centinaia di migliaia di persone di tutto il mondo, di tutte le razze e di tutte le religioni facendoli sentire come appartenere ad una sola grande famiglia, quella del genere umano, ha dell’incredibile. Parlare bene del Papa, dunque, è scontato. Neanche i no-global hanno potuto tirare fuori dai loro cassonetti di immondizia ideologica e militare argomenti per attaccarlo sul piano politico. E questo è stupefacente. Noi non abbiamo nulla di interessante o di originale da aggiungere alla sterminata quantità di informazioni che i media hanno finora dato al pubblico mondiale mediante giornali, televisione, radio e internet. Vogliamo invece dire qualcosa su ciò che non è riuscito a fare Giovanni Paolo II, per completare ancora meglio la sua opera. Non che ne avrebbe avuto di bisogno. In quali campi e quali azioni avrebbero potuto dargli “qualcosina di più” di quello che ha già avuto? Vediamo. In primo luogo, il rapporto con le altre Religioni. Poteva fare di più in questo campo? Noi affermiamo che avrebbe potuto fare di più. Noi siamo dell’avviso che per quanto enorme sia stato il risultato del suo pontificato sul rapporto tra cattolici, ortodossi, musulmani ed ebrei, forse avrebbe potuto osare di più. Avrebbe potuto sollecitare di più musulmani ed ebrei a rispettarsi vicendevolmente come valore aggiunto alle loro religioni. Avrebbe potuto fare altri passi in avanti nei confronti del mondo islamico, riconoscendo ai musulmani maggiore dignità e migliore ruolo mondiale a quella “chiesa” sui generis che è la Chiesa di Allah e di Maometto. Noi pensiamo che una maggiore autocritica sugli errori del passato, come le Crociate, avrebbe giovato di più alla causa della pace. Noi pensiamo che poteva osare di più sul piano dell’ecumenismo, insistendo di più con le altre religioni sui motivi che uniscono cattolici e musulmani e dimenticare le ragione che separano gli uni dagli altri. In secondo luogo, non ha sferzato adeguatamente i potenti del mondo. Probabilmente avrebbe potuto levare la sua voce con maggiore vigore e più rilevante intensità. E’ stato abbastanza duro con Bush sulla questione Iraq? E’ stato abbastanza duro con i crimini del Dalfour e la carneficina di bambini e anziani effettuata dai ribelli in quello sfortunato paese d’Africa? E’ stato abbastanza duro con il terrorismo di tutte le provenienze? Forse avrebbe potuto fare di più. In terzo luogo, avrebbe potuto fare qualcosa di meglio nei campi della ferrea ideologia cattolica che inerisce al delicato e complesso rapporto accusatorio che il cattolicesimo continua a mostrare con la scienza in certe occasioni? E le questioni dell’aborto, della bioetica, dell’eutanasia, del ruolo della donna nel sacerdozio, sono così certe che non è possibile in alcun modo discuterne e riflettere di più prima di essere così sicuri che la strada della verità è l’unica intrapresa dal Vaticano? Abbiamo dei dubbi e, forse, qualche po’ di confusione. Ma una cosa ce l’abbiamo chiara. Un Papa come lui è difficile che si riveda sulle scene mondiali. Sarei felicissimo di cospargermi il capo di cenere se tra qualche anno riconoscessi di avere sbagliato. E qui l’errore sarebbe per noi una cosa meravigliosa. Il solo pensiero di poter clonare Papa Woilyla ci riempie di gioia sin da adesso.
domenica 3 aprile 2005
Lutto e riflessioni: un rapporto mai fuori luogo.
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