mercoledì 20 aprile 2005

Papa Benedetto XVI : un progressista o un conservatore?

La stampa e in generale tutti i media italiani, provinciali come un curato di campagna, sono attualmente impegnati in una sovrabbondanza di informazioni circa la personalità del Papa. Si assiste a un oceano di commenti, illazioni, deduzioni, tutti a voler dire l’ultima sul nuovo Papa. La maggior parte dei commentatori politici, soprattutto quelli di sinistra, giudicano negativamente la personalità di Papa Ratzinger e hanno espresso dubbi sulla scelta dei cardinali. Vi è un consenso notevole di commenti negativi, di pregiudizi che a nostro parere stona considerevolmente. Conservatore, reazionario, integralista, antiprogressista, moderato, tradizionalista, conformista, nostalgico, contrario al relativismo, Papa Benedetto XVI appare come un fondamentalista ultraconservatore, perché è il difensore della dottrina e della morale cattolica. Per molti, dunque, questo Papa ha deluso ancor prima di prendere la prima decisione e i primi provvedimenti. Questi i fatti. La nostra opinione è diversa. Proviamo a spiegarci. In primo luogo attenzione ai pregiudizi. Mai come quando si hanno dei pregiudizi si possono prendere “lucciole per lanterne”. Nel migliore dei casi si rischia di fare brutta figura ovvero, fare la figura del pirla, perché potrebbe verificarsi il contrario di quanto detto o immaginato. Per esempio chi l’avrebbe mai detto che il laburista di sinistra Tony Blair, eletto per la prima volta Primo ministro inglese, proveniente dall’ala sinistra laburista, avrebbe successivamente preso decisioni politiche così conservatrici come quella di schierarsi a fianco di George Bush nella guerra per l’Iraq? Chi l’avrebbe mai pensato a quel tempo? Per Blair si è verificato il contrario di quello che è stato per Ratzinger, cioè “è entrato alla Camera dei Comuni da progressista e ne è uscito per Downing Street da conservatore”. E’ vero o non è vero? Chi ci dice invece che il Cardinale Ratzinger non sia “entrato in Conclave conservatore e ne sia uscito progressista”? Questa storia di tirare il Papa per il bavero, ovvero per la giacchetta, è irritante, superficiale e inopportuna. Persino a Berlusconi sono stati dati i famosi 100 giorni a inizio di legislatura e noi non vogliamo darli al Papa, la cui Legislatura dura tutta una vita? Attenzione, dunque, agli improvvisi e imprevidenti giudizi dati all’inizio di pontificato. Soprattutto se si è girotondini, rifondaroli e no-global di sinistra. Addirittura si legge sui giornali di oggi che il deputato dei DS, On. Grillini, dell’Arci Gay, si è dichiarato amareggiato e deluso da questa elezione. Ci chiediamo, se è lecito, ma cosa avrebbe desiderato l’On. Grillini, che il Papa avesse deciso che fare le “ammucchiate” è bello? Mah! Non abbiamo parole. Siamo contrari a questo tiro al piccione, a questo tifo calcistico da curva sud degli stadi. Sia chiaro, l’elezione di un Papa non è la finale del campionato del mondo di calcio. E’ molto, ma molto di più. Naturalmente i calciatori e i tifosi di calcio, come i girotondini di sinistra-sinistra, non sono in grado di comprenderlo. Per loro tutto il mondo si riduce alla visione manichea del Che e alla caduta non tanto del Governo Berlusconi, quanto dei difensori del G8 e degli interessi statunitensi in Italia. L’antiamericanismo è diventato sinonimo di tifo teppistico da curva sud. Per favore, tacciano i massimalisti, non facciano savonarolismi, e diano al nuovo Papa il diritto di iniziare il suo lavoro con calma e serenità. Noi siamo fiduciosi che Benedetto XVI seguirà le orme del precedente super-papa Karol Woytila. Intanto il Cardinale Ratzinger parte bene: ha una grande cultura, ama la musica (dicono che suona il piano abbastanza bene) e ha irrorato il suo primo discorso con una forte dose di umiltà. Non capita tutti i giorni vedere una persona arrivare sullo scranno più alto e affermare che l’Altissimo si è purtroppo dotato di "strumenti insufficienti". E piace anche questo esempio di umile servitore nella vigna del Signore. A noi, lo diciamo con sincerità, il vino piace. Come inizio non c’è male.

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