lunedì 3 novembre 2008

Nuova nomina a giudice costituzionale: imparziale o ammazzasentenze?

Finalmente Camera e Senato hanno eletto il bresciano Giuseppe Frigo a nuovo giudice costituzionale. Siamo contenti che un tassello così importante del mosaico istituzionale sia stato inserito al posto giusto. L’avv. Frigo è una persona a modo. La nostra opinione, questa volta, la riportiamo sottoforma di domanda. Due per l’esattezza. Era proprio necessario far trascorrere inutilmente quasi un anno di tempo per eleggere un giudice alla Consulta? Siamo proprio sicuri che sia stata eletta la persona giusta? La prima domanda riguarda il metodo. Maggioranza e opposizione si sono resi conto che hanno fatto perdere al paese tempo, energie e risorse pregiate per aver fatto trascorrere invano e improduttivamente un anno? Il loro è stato o non è stato un atteggiamento meschino di bieco calcolo di interesse? Si o no? Noi pensiamo di si perché la ragione di questo tira e molla è stata, com’è noto, il tentativo disonesto di scambio delle poltrone di giudice costituzionale con quella di presidente della Rai. E’ morale tutto ciò? La seconda domanda riguarda il merito. Noi siamo dell’opinione che l’avv. Frigo sia una persona onesta e preparata. Ma abbiamo alcune riserve sulla sua figura di giudice. E’ stato per molti anni una figura sovraesposta, sollevando dubbi per un suo presunto modo di essere esageratamente ipergarantista e per essere stato avvocato difensore del Presidente del Consiglio Berlusconi. Due esperienze che consideriamo negative. La prima perché la nomina di un giudice ipergarantista può confermare la tendenza della logica assolutoria e buonista della magistratura italiana, come nel caso recentissimo e scandaloso in cui la magistratura ha chiesto l’archiviazione dell’inchiesta aperta nei confronti della coppia di direttori responsabili dell’accordo effettuato sottobanco da Rai e Mediaset ai danni dell’informazione. In pratica, la coppietta, per ritardare la diffusione dei dati sulle elezioni politiche, si sono messi d’accordo con una telefonata che li impegnava a coprire la notizia per un po’ di tempo. Un maxi-inciucio di dimensioni planetarie. Sul secondo aspetto tacciamo per bontà d’animo perché di questa esasperante e immorale storia del conflitto di interessi di Berlusconi non se ne può più.

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