domenica 23 novembre 2008

Cellulari in carcere, etica degli avvocati e morale alla deriva.

In una giornata in cui non mancano le notizie importanti da commentare noi scegliamo un tema apparentemente minore. Ma a nostro parere non meno importante. Tutt’altro. Ha a che fare con l’etica dunque è, semmai, “maggiore”, non minore. In ogni caso è un tema non trascurabile in una società in cui alcune categorie professionali, come quella degli avvocati e dei politici, sgranocchiano il tradimento della morale fin da neonati. La notizia riguarda il fatto che a Roma sono stati indagati dalla Procura della Repubblica due avvocati, perché hanno passato di nascosto a due detenuti un cellulare col quale permettevano ai due di “effettuare operazioni illecite finalizzate alla introduzione di sostanze stupefacenti”. La morale? Di stupefacente c’è solo l’idea di scandalizzarsi che uomini di legge che lavorano nel mondo della giustizia commettano ingiustizia e siano immorali. Questa notizia fa pendant con l’altra, già affrontata in un nostro precedente post, della collusione di avvocati meridionali con le organizzazioni criminali. A Trapani, scrive il giornalista Alfio Sciacca, un avvocato siciliano si vantava di avere contatti con un boss latitante ricercato da tutte le forze dell’ordine e mai catturato. L’avvocato è finito in manette perché si adoperava di reperire prestanomi a cui affidare imprese controllate dalle cosche. Cosa volete di più per non giudicare marcia una società in cui si assiste quotidianamente alla caduta delle barriere etiche e morali di uomini di legge, i quali pur di fare denaro ed avere successo venderebbero l’anima al diavolo? E il Ministro della Giustizia, tale Angelino Alfano - del partito pro-prescrizione, pro-amnistia e pro-amici del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - che vuole favorire i carcerati mediante una soluzione geniale di tipo berlusconiano? In cosa consiste? Si tratta di “mettere alla prova” il delinquente che subisce un processo con un meccanismo ridicolo a lui favorevole che è, in pratica, una sospensione del processo e una preordinata estinzione del reato qualora egli accetti di fare un lavoro socialmente utile? Ma va là! Queste buffonate sono solo la conferma della deriva etica di una società che è sempre più piena di affaristi e lobbisti sempre assolti.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Stanno preparando un altro indulto, solo che probabilmente non si chiamerà così (non sono mica fessi come il centrosinistra). Avrà un nome fantasioso e ingannevole, tanto gli italiani sono dei babbei e non se ne accorgeranno. "L'opposizione che non c'è" lo lascerà passare, magari lo voterà pure.
Ma perchè continuiamo a indignarci? C'è forse qualcuno, oltre a Di Pietro, nel Parlamento italiano, pronto a raccogliere la nostra indignazione e a trasformarla in dura opposizione? No! Dunque : "Perdete ogni speranza voi che votate!"

Anonimo ha detto...

Ma questo "indulto mascherato" varrebbe anche per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni telefoniche compromettenti dei politici, o vale solo per i delinquenti comuni?

Questo governo ha vinto le elezioni grazie ad una campagna elettorale basata sulla "tolleranza zero" verso la criminalità, ma dopo sette mesi stanno già preparando la madre di tutte le retromarce.

Vota Antonio, vota Antonio, vota Antonio.

Support independent publishing: buy this book on Lulu.