sabato 4 ottobre 2008

E mentre a Roma si pestano le persone per razzismo nel profondo sud d’Italia si continua a morire per vicende di mafia.

Fastidio e irritazione. Queste le sensazioni che si provano quando leggiamo nei giornali notizie e vediamo alla TV filmati riguardanti fatti di mafia e di camorra. E’ da troppo tempo che la questione della inutilità di tutte le strategie messe in atto dai vari governi per sconfiggere la criminalità nel sud si trascina nel mercato improduttivo dell’informazione di regime e nel lavoro privo di effetti degli inquirenti. Siamo dell’avviso che è tempo sprecato continuare con i soliti teatrini dell’antimafia che producono dossier per essere discussi inutilmente e senza risultati nei vari organi istituzionali regionali e nazionali. E’ ormai palese il fatto che da sempre non c’è mai stata una vera guerra tra Istituzioni e criminalità meridionale. In realtà, c’è stata e c’è una approssimativa, inefficace e finta recita con la quale si camuffa la inconsistenza di risultati dell’azione penale. Questa fiction è altresì alimentata dalle inette fonti giornalistiche che fanno vedere fantomatiche irruzioni in casolari abbandonati in TV, forse azioni simulate, per dare la sensazione che polizia e magistratura sono al lavoro e “non hanno abbassato la guardia”. La verità è un’altra. Si fa finta di fare la guerra. E’ tutta una finzione e una messa in scena, dal momento in cui non ci sono concreti atti legislativi, né impegni di nuovi mezzi e nuovi uomini in grado di impedire il reitero dei reati mafiosi e di fornire agli onesti, che denunciano le cosche, una loro tutela forte e adeguata. Lo stesso art. 41bis è inefficace, perché sembra che i capi-cosca riescono a dirigere lo stesso i loro sporchi traffici dall’interno delle celle di isolamento delle carceri speciali. E’ noto l’episodio di Palermo relativo a un carcere speciale, in cui i detenuti per mafia si facevano portare dai ristoranti più costosi di Palermo cibi e pietanze, banchettando con abbondanti e costose bottiglie di champagne. Possiamo parlare, almeno in questo caso, di “carceri di Pulcinella”. Questo è il fatto vero e drammatico che nessuno osa confessare. E’ di questi giorni la notizia che nel messinese, a Terme Vigliatore, paese vicino a quella cloaca di paesotto che è Barcellona Pozzo di Gotto, ovvero il comune a più alto tasso di criminalità mafiosa che esiste nell’intero sistema planetario, in cui si è tolto la vita l’ennesima vittima di fatti mafiosi, da lui denunciati, perchè abbandonato dalle istituzioni. Pensate che Barcellona P.G., in provincia di Messina, è il paese in cui gli avvocati dei mafiosi difendono i loro clienti accusati di reati di mafia non tanto per ragioni professionali, il che sarebbe normale, quanto per “solidarietà di classe”. Cioè gli avvocati del luogo, o dei paesi viciniori, credono fermamente alla innocenza dei loro assistiti. In altre parole, per molti degli avvocati che esercitano negli studi barcellonesi, la colpa è tutta dello Stato che si ostina a perseguire i "poveri" mafiosi, i quali invece non sono altro che dei Robin Hood che danno ai poveri ciò che è dei ricchi, intesi nell’accezione di Stato. Aberrante! Noi siamo del parere che esistono in Sicilia (e nelle altre regioni meridionali) buchi enormi di incapacità a dare continuità alla lotta ai criminali. Contemporaneamente, crediamo che la società meridionale tutta, con variegate sfumature, è connivente con il fenomeno mafioso e questa connivenza si manifesta in forme variegate che vanno dall’omertà alla solidarietà psicologica ed economica, nonché al sostegno socio-politico della causa di favoreggiamento. Noi diciamo a chiare lettere che tutti i governi non si sono mai impegnati a fondo. Sembra che ci sia solo l’attuale Ministro degli Interni Maroni che abbia voglia di fare qualcosa di serio. Vedremo. Intanto, però, troppe persone muoiono a causa di fatti violenti. E si tratta di morti dovute agli altri (omicidi) e a se stessi (suicidi). E’ quest’ultimo modo di morire che ci fa tremare e ci fa vergognare di avere una classe politica che invece di rimuovere il fenomeno malavitoso ne è spesso in collusione, con buona pace di Berlusconi il Grande.

4 commenti:

ros ha detto...

Ciao, sono Rosaria del blog Simpaticamente insieme, simpatico il tuo blog....
Sono siciliana....volevo dire una piccola cosa: Vero è che la società meridionale convive con il fenomeno mafioso.....vere sono anche le persone morte per combattere tale fenomeno....vere sono le persone con seri problemi dopo aver cercato di combattere tale fenomeno....vere sono tante altre cose...L'omertà esiste la solidarietà NO!
L'omertà la si subisce senza condividerla o approvarla....La vera mafia non è nel meridione o nell'isola....La vera mafia è voluta da chi sta un pò più sù....
Poi il buono e il cattivo, il giusto e l'ingiusto, l'onesto e il disonesto esistono al sud e al nord....
Un saluto
Rosaria

ros ha detto...

dimenticavo:
http://simpaticamenteinsieme.blogspot.com

sul mio blog ho messo il tuo link

Anonimo ha detto...

Cara Rosaria,
intanto grazie del commento. Sei stata gentile a scrivermi. Te ne sono grato. Fa sempre piacere trovare delle persone disponibili a lasciare un commento su un blog. Comprendo il tuo punto di vista e non avrei remore ad accettarlo. Tuttavia, se cerchiamo di giustificare sempre i piu' deboli nelle loro classiche e incomprensibili risposte, del tipo "io non ho visto nulla perchè non c'ero. E se c'ero non vidi e non sentii nulla" allora il problema non lo risolveremo mai. Il fatto è che quello che dici è anche vero, ma è altrettanto importante che le persone si convincano che senza l'apporto della loro collaborazione, senza l'intervento dal basso, senza la protesta, e soprattutto senza una quantità enorme di senso dell'etica e della morale saremo sempre lì ad attendere il Robin Hood di turno che non arriverà mai. Vedi, il problema di fondo della società meridionale è che essa è basata su un'organizzazione tribale, in cui prima viene la famiglia, poi il gruppo e, per ultimo, lo Stato. Qui per Stato intendo i principi e i valori di base di una società. In particolare sono dell'avviso che l'amicizia deve venire dopo l'onestà, la famiglia deve venire dopo la correttezza e la dirittura morale dei cittadini, i compari devono venire dopo il rispetto delle regole e dei codici di comportamento, e ogni persona vale non perchè "mi manda Picone" ma perchè è portatrice di diritti uguali agli altri. La raccomandazione per privilegiare qualcuno, il favore al potente di turno, la discriminazione ipocrita e cinica ai danni dei più deboli, la mancanza di trasparenza, etc. declassano i valori a ingiustizia. Nel mio blog ho detto a chiare lettere che la caratteristica dei miei post sarà il disprezzo per i disonesti e che nutro in modo profondo il desiderio di fustigare i costumi e di censurare i comportamenti incivili e delinquenziali degli italiani. Dunque, quello che scrivo è perchè lo sento. Posso sbagliarmi ma mai sarò in mala fede. Scusami la lectio ma sono anni che si parla del riscatto del Meridione che non arriva mai. Lo scrittore Saviano vive come il suo collega Salman Rushdie. Se non si nascondono bene dai sicari saranno vittime di un agguato. A Napoli sarà la camorra nei paesi mussulmani sarà una fatwa dei fondamentalisti islamici. In ogni caso vinceranno sempre l'irrazionalità e la bestialità dei comportamenti malavitosi se la società tutta non si sveglierà. Bene. Ti ringrazio per l'occasione che mi hai dato di dire come la penso. Sebbene per poco tempo ho dato uno sguardo al tuo blog che ho trovato essere carino. E poi sei di una parte della Sicilia a me cara e che faccio il possibile per visitarla per le bellezze del territorio, dei cibi, della simpatia della gente, etc.. Ti invio un caro saluto e .... attenta al puntino che manca nel mio URL! Non si scrive http://zenoalekoblogspot.com/ ma http://zenoaleko.blogspot.com/ con il punto tra zenoaleko e blogspot. Altrimenti è come se non lo avessi messo. Ciao.

Rosaria Privitera Saggio ha detto...

ho corretto l'errore
un saluto
Rosaria

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