Com’è noto Islanda e Norvegia sono due paesi che non aderiscono all’Unione Europea. Anzi. Invitati anni fa a presentare domanda di adesione hanno risposto che a loro dell’integrazione europea non interessa un bel fico secco. E poi, hanno aggiunto, non hanno alcuna intenzione di mettere la mano nel portafoglio per finanziare le necessità dei paesi poveri dell’Unione. Insomma i loro quattrini li vogliono solo per se e non per darli agli altri. La risposta non certo elegante ci ricorda quella di Umberto Bossi della Lega Nord che per giustificare le ragioni del federalismo fiscale, afferma che i danè lombardi non devono finire a finanziare il debito delle regioni del sud. Adesso sembra che l’Islanda sia stata presa da un tornado finanziario di tale intensità che tutte e tre le banche del paese sono state comprate velocemente dallo Stato affinché non fallissero. L’Islanda, fino a poco tempo fa il paese più felice al mondo è diventato uno dei paesi più “nei pasticci” del mondo. Il paese è in mezzo a una tempesta finanziaria di estrema gravità e i suoi trecentomila cittadini si sono trovati dalla sera alla mattina con i loro risparmi bloccati. Ecco cosa può succedere a quei paesi che, con orgoglioso disprezzo, hanno sempre visto l’integrazione europea come un nemico da combattere. L’Italia deve ringraziare l’euro se sta riuscendo a cavarsela, tutto sommato, abbastanza bene dalla bufera della crisi economica e finanziaria. Se non avessimo avuto lo scudo della moneta europea, a quest’ora, la liretta italiana non avrebbe avuto più alcun valore. Avrebbe fatto la fine che fece il marco tedesco all’indomani della conclusione della prima guerra mondiale, quando i poveri tedeschi del tempo obbligati dalle potenze vincitrici a pagare le enormi spese di riparazione della guerra perduta dovevano spendere milioni di marchi per comprare una pagnottella di pane. Ai provocatori antieuropeisti di questo paese, una specie rara di qualunquisti a basso prezzo, spesso chiamati con un eufemismo gli “euroscettici”, noi diciamo che hanno perduto in pieno la loro battaglia contro l’euro. Si pentano, si cospargano il capo di cenere e brindino allo scampato pericolo corso dai loro risparmi: grazie all’euro.
venerdì 10 ottobre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Non credo che la lira sarebbe crollata a tal punto, ma il discorso in generale è comunque altamente condivisibile.
Ciao. Grazie per il commento. Diciamo che la mia è stata un'iperbole. Certe volte per rendere più efficaci i concetti non è male portare al limite la situazione. Lo scennario non cambia: ci sarebbe stata comunque la corsa allo svuotamento delle "cassette di sicurezza".
Posta un commento