Possiamo sbagliare. Sarebbe umano. Ma finora la nostra tesi non è mai stata falsificata. Anzi, al contrario, ogni giorno trova conferme empiriche che la legittimano sempre più. Quale tesi? Che gli italiani hanno tanta facilità nel commettere reati e molta familiarità nel delinquere. Quando c’è da fregare qualcosa o qualcuno si trovano a loro agio. Persino il Parlamento si è adeguato, derubricando il reato di falso in bilancio in qualcosa meno di una “scappatella”. La conseguenza più grave di questa “caduta etica” è che i cittadini sono diventati diffidenti con tutto e con tutti e i rapporti civili fra le persone soffrono di mancanza di fiducia. Insomma, si tratta di un arretramento civico dannoso e insopportabile. Non è, dunque, cattiva idea se ci permettiamo di fare qui una iniezione potenziale di ottimismo, insegnando a credere che si può cambiare. Iniziamo con una piccola dose di questa medicina. Certo, l’ideale sarebbe quello di mettere in pratica i principi e i valori proposti dalle religioni o seguendo gli stili di vita di grandi personalità come Gandhi per esempio. Al di là degli astratti intenti valoriali presenti nelle scritture delle grandi religioni monoteistiche o mostrate con il comportamento concreto nella vita da figure eccelse ci permettiamo di suggerire un solo “valore” da mettere subito in pratica. Essere contro il consumismo e combatterlo in tutte le sedi nelle quali la nostra società lo esalta. Per essere anticonsumisti ecco tre piccoli consigli semplici nel loro uso quotidiano che riguardano atti e modifiche del nostro comportamento tanto da essere rappresentati da verbi di azione: camminare di più a piedi lasciando il più possibile la macchina in garage, spegnere sempre le luci uscendo da una stanza e differenziare in modo esemplare la spazzatura prodotta in casa con sacchetti di colore e/o forma diversa. Sono esempi, per carità, di tipo educativo. Niente di più. Volendo, si possono aumentare le scelte oppure trovarne altre. L’importante è cominciare. Si tratta di cose minime, piccole, essenziali ma rappresentano, credeteci, sane abitudini in grado di modificare la nostra esagerata carica consumistica. L’obiettivo è che queste “nuove” abitudini le vogliamo mettere in atto non perché ci aspettiamo che il nostro paese cambi subito, ma per farci stare bene con noi stessi, per migliorare la nostra autostima e per creare quelle straordinarie virtù terapeutiche che ci fanno vivere meglio. L’importante è iniziare e creare il punto di svolta, di rottura con un passato che non ci ha aiutato a vivere bene. Un approccio più ecologico non può non migliorare la nostra fiducia e il nostro ottimismo nel futuro. Poi si vedrà. In genere, le piccole cose sono molto efficaci nel produrre grandi conseguenze.
domenica 5 ottobre 2008
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