domenica 12 ottobre 2008

Politica culturale e ignoranza degli italiani.

Piccola premessa. Noi italiani siamo dei perfetti ignoranti a proposito della cultura dei popoli dell'est europeo. Ignoranti nel pieno significato etimologico del termine, cioè privi di cognizioni, incolti, ovvero digiuni di avvenimenti culturali relativi a quel ricco mondo, a causa del fatto che noi abbiamo deciso di "non sapere" niente. Vogliamo fare una prova? Domanda: cosa sapete a proposito di arte, letteratura, poesia, teatro, musica e cinema dei seguenti paesi: Serbia, Slovenia, Bulgaria, Romania, Repubblica Ceka e Slovacca, Ungheria, etc.? Sapete dire, per ogni paese citato, il nome di un poeta famoso, di un regista importante, di un autore di teatro celebre, di un romanziere illustre, di un bravo pittore o di un direttore d'orchestra celebrato? No? Allora avevamo ragione: siamo proprio ignoranti! E sapete perché? Perché, a torto, consideriamo cultura solo ciò che è italiano. Ungaretti, Fattori, Gadda, Paganini, Eduardo De Filippo sono cultura; Kusturica, Bregovich, Prešeren, Čapek, etc. no! Gli altri dell'est europeo per noi non esistono, semplicemente perché noi ignoriamo che ci sono. Capite la gravità della situazione? E' scandaloso! La colpa sarà anche dei cittadini che non seguono adeguatamente la ricchissima produzione di opere culturali straniere. Ma il problema è che non sono stati messi nelle condizioni di poterle seguire. Certo la scuola ha le sue responsabilità. Ma la colpa più grave è della politica, perché la scelta partitocratica di centrosinistra o di centrodestra (è la stessa cosa) di affidare la politica dei Beni culturali quasi sempre a un potente uomo politico che in genere è un pessimo uomo di cultura produce l'ignoranza lamentata. Quando il principale organo di trasmissione di cultura, che in Italia è la TV, trasmette principalmente programmi da avanspettacolo, infarciti di veline e di calcio, e si sacrificano teatro, cinema, musica, letteratura, poesia, arte, etc. l'ignoranza non può non essere che la norma. Facciamo un solo esempio: la cinematografia dell'est europeo (ma anche di quella di altre parti dell’Europa e del mondo) è praticamente sconosciuta nel nostro paese, perché i media e le Tv si disinteressano delle varie filmografie di quei paesi. Questi film veicolano contenuti culturali polivalenti, in cui c'è storia, letteratura, musica etc., e lo spettatore italiano è disabituato a seguire questo genere di produzione. Questa cinematografia è pertanto ostacolata in modo vergognoso con la scusa che non fa audience. Infatti, altra domandina: quante sono le persone che hanno visto in Italia film come Underground di Emir Kusturica con le musiche di Goran Bregovic nei circuiti tradizionali? Quasi nessuno. Eppure il film ha vinto prestigiosi premi internazionali in tutta Europa. Come mai un film così interessante non è stato proiettato adeguatamente nelle sale cinematografiche del Bel Paese? Qui non ci sono misteri: c'è solo l'ignoranza di chi dovrebbe decidere di sostenere opere culturalmente valide e invece promuove spettacolini di varietà di livello infimo, come le trasmissioni televisive della Compagnia del Bagaglino! C'è di che vergognarsi per molti anni a venire dei nostri connazionali che ci governano.

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