giovedì 30 ottobre 2008

Ormai è troppo tardi.

Impazza il tiro al piccione nel luna park della politica italiana. Se ne stanno vedendo di tutti i colori. Dalle esagerate e sboccate offese al Ministro Gelmini ai cedimenti ideologici degli ex comunisti del Pd, dalla messa in mostra dei muscoli dei fascisti presenti nell’attuale compagine governativa fino alle contraddizioni fantasmagoriche dei cattolici che un giorno si dicono contrari e l’altro a favore dei provvedimenti del governo, assistiamo a un vero e proprio circo Barnum della politica italiana. Insomma, una grande confusione. Il Segretario del PD Valter Veltroni propone un doppio decalogo per migliorare l’assetto e l’aspetto della scuola italiana di oggi. Da un lato, propone il referendum per l’abrogazione della legge di riforma della scuola, approvata ieri in via definitiva al Senato, cavalcando l’onda della protesta anche non pacifica degli studenti. Dall’altro lato, cerca di cavalcare anche l’altra onda, quella cioè della proposta, offrendo, udite udite, un decalogo di elementi innovatori. A suo parere sono necessari interventi legislativi per produrre: valutazione dei risultati, incentivi solo ai più bravi, innalzamento della qualità docente, più rapidità nei concorsi, più meritocrazia, più finanziamenti sulla base del merito, più controlli periodici dei docenti, etc. Ci sembra il programma del vecchio sindacato autonomo Sasmi-Snsm o, meglio, il manifesto del mensile Avio dell’ex-Ispettore centrale Armando, col quale il vecchio e battagliero Editore romano inchiodava inesorabilmente ministero e sindacati confederali alle loro responsabilità per la loro convinta adesione al lassismo nel reclutamento del personale docente, direttivo ed ispettivo nella scuola degli anni ’70 e inizio ’80. Ma ormai, con buona pace di Veltroni, i buoi sono scappati dalla stalla due volte. Una prima volta, perché la scuola di oggi non ha più nulla da recuperare, in quanto è diventato un corpo estraneo alla cultura e un ammalato grave in via di estinzione. La scuola statale di qualità che era il fiore all’occhiello di questo paese, invidiata da tutta Europa, non esiste più. Stiamo parlando della scuola che ha formato i grandi talenti italiani nel campo dell’arte, della letteratura, della politica, etc. Purtroppo dagli anni ’70 in poi sono stati immessi nei ruoli, con leggine speciali approvate nel caldissimo mese romano di agosto, troppi incapaci e un numero eccessivo di fannulloni che ne hanno snaturato la stessa essenza. Una seconda volta, perché con l’approvazione definitiva del provvedimento di legge Gelmini la meritocrazia, sebbene in forme semplicistiche e prive di originalità, riappare all’orizzonte. In terribile ritardo, in modi forzati e non collaborativi, ma riappare. Ormai la scuola di oggi non può più recuperare anni e anni di piatta sottocultura e di disastrosa pseudo-cultura di sinistra. E’ tutta da reinventare. Ministri insulsi del governo Prodi come Berlinguer e Fioroni da una parte e ministri spocchiosi del governo Berlusconi come D’Onofrio e Moratti dall’altra, hanno lasciato solo distruzione e lontani ricordi di una scuola che prima funzionava. Rimane il rimpianto di vedere che le nostre idee di quegli anni sono diventate adesso le idee di Veltroni. E’ una rivincita che però non ci soddisfa e ci lascia l’amaro in bocca. Che peccato assistere a questa restaurazione postuma e tardiva. Noi, comunque, siamo contrari al referendum abrogativo. Non ha senso opporsi all’evidenza. Combattere contro i voti dall’1 al 10 che introducono almeno un minimo di chiarezza nella valutazione, contrastare l’uso di libri di testo utilizzabili per almeno 5 anni, oppure prendersela con la reintroduzione del voto di condotta che in parte può impedire ai protagonisti di atti di bullismo, mai puniti finora, a farli meditare su una concezione violenta e distruttiva dei beni della collettività è, al tempo stesso, imbarazzante e masochistico. Veltroni non ci avrà mai dalla sua parte quando difende i privilegi dei produttori di insulsi giudizi psico-pedagogici, inutili e controproducenti. Le famiglie vogliono chiarezza e, soprattutto, vogliono una scuola che faccia lavorare i loro figli per apprendere meglio e di più, non per occupare le scuole e non studiare.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Zeno,

può darsi che Veltroni e il suo decalogo siano solo un pretesto che gli consentono di rimettersi in sella, ma ricordati che anche il tuo atteggiamento di critica bipartisan alla Beppe Grillo non aiuta il Paese anzi ci fa sprofondare ancora più in basso e ci toglie tutte le speranze.

In questi casi bisogna "turarsi il naso" e scegliere il meno peggio.

A mio parere questi che ci governano hanno mire ben più pericolose e non solo nella scuola, ma anche in altri settori dello Stato come la sanità, ad esempio. Questi vogliono introdurre il modello americano del doppio binario, cioè scuola pubblica (scadente perchè senza soldi) in competizione con quella privata, molto cara e dunque inacessibile ai più, ma che risponde ai criteri di efficienza e ordine che tutti vorremmo da sempre.
Questo modello è già stato introdotto in Lombardia sia per la scuola che per la sanità. In poche parole, i soldi delle nostre tasse finiscono nelle tasche di privati. Io non ho nulla contro la scuola privata, per carità, ma non mi piace l'idea che sia sovvenzionata dallo Stato. Il privato, proprio in virtù del fatto che è privato, deve arrangiarsi da solo. E' come se lo Stato si mettesse a regalare soldi ad alcune boutique per aiutarle a competere con i grandi magazzini

Gli studenti si sono comportati benissimo. Quelli che si sono scontrati e hanno devastato sono i soliti provocatori, abilmenti infiltrati nel movimento per screditarlo e dare occasione alla polizia di bastonare.

Spiegami una cosa. Come mai questi scontri sono stati tranquillamente filmati dalle telecammere di tutte le televisioni, come se fossero il set di una fiction, senza che la polizia sia intervenuta a dividerli?
Forse che ci sia lo zampino di "Kossiga"?

Ciao
Luca

Anonimo ha detto...

Sarò brevissimo. Se si è di sinistra, come lo sei tu, l'unica speranza per vincere le elezioni e per cambiare il paese non sono io, modesto commentatore della realtà politica italiana (che non mi sento di appartenere nè a questa sinistra, nè a questa destra, nè a giustificare il Signore di Arcore), ma la stessa sinistra che deve diventare a-u-ten-ti-ca-men-te riformista con i fatti e non con le parole. Essere riformista significa che i cambiamenti all'interno della società devono essere introdotti tenendo fuori le ideologie, i sindacati e gli intrallazzatori che per logica fanno i propri interessi e, comunque, gli interessi di una parte e non quelli generali. La riorganizzazione del *sistema Italia* dovrebbe avvenire tenendo fuori gli *amici della briscola* e i *furbetti del quartierino* e dando responsabilità a personalità al di fuori dei partiti e dotati della massima utonomia. Faccio un esempio per tutti.Quando il centrosinistra governò cinque anni dal 1996 al 2001 mica affidò la RAI a una personalità indipendente. No. Diede la massima carica dirigenziale a Roberto Zaccaria che a dire il vero non mi sembra una personalità indipendente con idee alla BBC. Gli esempi che potrei fare sono numerosi. Taccio la nota vicenda della Banca delle Cooperative rosse che Fassino meravigliato per telefono disse al Direttore comunista romagnolo del tempo: ma allora siamo proprietari di una banca"? Per un altro esempio ti rimando al post che puoi raggiungere cliccando sul mio Nick. Mi fermo qui, per affermare che io alle chiacchiere non ci credo. Per me contano i fatti, e finora di fatti la sinistra non ne ha mostrati neanche uno.

Anonimo ha detto...

Caro Zeno,

nella scuola superiore i voti dall'1 al 10 ci sono già, dunque non capisco dove sta la novità di questa riforma. Introdurli anche alle medie? Ok, niente in contrario, anche se il "giudizio" a me sembrava più completo ed esaustivo.
Alle elementari però bisognerebbe togliere entrambi. Che senso ha dare una valutazione ad un bambino che deve imparare tutto, dalla A alla Z. Cosa si vuole dimostrare?

I bulli continueranno ad esserci, solo che anzichè tormentare i compagni più deboli a scuola, lo faranno fuori dalla scuola, appena girato l'angolo, lontani dagli occhi dei professori e comunque in territorio non scolastico.

Lasciamo perdere i grembiulini che sono specchietti per le allodole per i nostalgici.

Ma questa è una riforma? Dai, non scherziamo. Il cuore della riforma sono i tagli, tutto il resto è fumo negli occhi. Perchè non si tagliano lo stipendio i parlamentari e i ministri? Perchè non si pagano i viaggi privati coi loro soldi anzichè usare aerei dell'areonautica che costano 7 mila euro ogni volta che si alzano in volo?
Perchè non tagliare i privilegi e i privilegi dei parlamentari, dei loro portaborse, dei parenti, degli amici, che viaggiano gratis al seguito dei parlamentari e dei portaborse? Quando c'era Prodi Beppe Grillo si indignava per questi privilegi della casta, adesso invece tace, anzi dorme sonni profondi bzzz bzzz ronf ronf.

Basta criticare la sinistra, basta cercare la pagliuzza nell'occhio della sinistra quando tonnellate di travi fuoriescono dalle orbite dei ministri e dei parlamentari di questo governo.

Ciao
Luca

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