giovedì 26 aprile 2012

ITIS Galileo: la vera televisione.


Erano decenni che in Tv non si vedeva uno spettacolo di eccellenza come quello messo su da La7, ieri sera, dalle ventuno all’una di notte. Per chi ha avuto la fortuna di assistere in diretta alle quattro ore del programma è stata ‘na nuttata indimenticabile, avrebbe detto Eduardo. Peccato, perché molti italiani hanno perso una rara occasione di vedere come la Tv può produrre spettacoli culturali di elevatissimo spessore culturale e di piacevole intrattenimento. Una critica alla Rai la dobbiamo per un duplice motivo. In primo luogo, avrebbe dovuto essere lei a produrre questo evento televisivo dell’anno. In secondo luogo, per evidenziare la degradante offerta televisiva della Tv di Stato che produce spettacoli di infimo ordine come “i pacchi” invece di raccontare la relazione che intercorre tra un personaggio come Galileo Galilei vissuto in un tempo lontano e quello che ci rimane oggi del valore della ricerca scientifica. Ma veniamo ai fatti. Lo spettacolo, perché di spettacolo teatrale si parla, è quello che mette in scena i Laboratori di fisica nucleare del “Gran Sasso” in Abruzzo, nei quali si conducono degli esperimenti internazionali sul neutrino, cioè su un elemento della fisica delle particelle subnucleari, il tutto sullo sfondo della grande figura del padre della scienza italiana, Galileo Galilei. Prendiamo il titolo come spunto della nostro discorso. ITIS è l’acronimo di Istituto Tecnico Industriale Statale. Se si conosce un po’ la realtà della scuola italiana si può apprezzare il senso e la scelta del titolo dello spettacolo, deciso da quel “genio del teatro” che è il veneto Marco Paolini. Un mostro di bravura. Non crediamo possano esistere tanti altri uomini di spettacolo del teatro in Italia a poter svolgere, con pari perizia, il ruolo di Marco Paolini in questa alta interpretazione del teatro. Bravissimo. Un vero genio. Dunque, ITIS versus Liceo, ovvero la contrapposizione tra cultura tecnico-scientifica e cultura umanistica. Un’alta lezione di pedagogia e dell’importanza dell’educazione scolastica nella formazione di base del cittadino, raramente visibile sugli schermi tv italiani. Con una sottile e straordinaria ironia e con un sapiente uso del dialetto veneto Paolini spiega le origini della ‘cultura’ della Repubblica Italiana partendo dall’opera galileiana del Dialogo, del Sidereus Nuncius e dei Discorsi. L’ITIS e il liceo classico hanno costruito l’Italia del miracolo, l’Italia del boom economico, l’Italia della vera cultura scolastica, quella che ha prodotto le maggiori e più significative ricadute nella società mediante gli uomini di cultura. Senza il perito meccanico o delle telecomunicazioni e senza i liceali della maturità classica e scientifica non ci sarebbe stata un’Italia “Settima potenza” industriale del mondo. I grandi scrittori, giornalisti, politici (qui nel senso positivo del termine, come Giovanni Spadolini), registi cinematografici e televisivi, scienziati, economisti, editori, che hanno fatto grande l’Italia in tutti i campi della cultura sono tutti figli della dicotomia educativa tecnico- scientifica e umanistica che l’Istituto tecnico e il Liceo (nella doppia veste classico e scientifico) hanno prodotto di buono in Italia nel periodo post seconda guerra mondiale. Poi venne il craxismo e la degenerazione della politica della 1° Repubblica. Indi, mani pulite e la 2° Repubblica con il berlusconismo che misero la scuola italiana sotto i tacchi. Centrosinistra e centrodestra produssero l’assassinio della scuola tecnica, scientifica e classica ormai inanimata da decenni. La Chiesa cattolica più di tutti aveva creato da secoli roghi e terra bruciata intorno alla scienza italiana. E l’Italia franò.

1 commento:

-- DavideVsGolia -- ha detto...

concordo, bellissimo approndimento culturale ed un Marco Paolini, superlativo

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