venerdì 13 aprile 2012

Manifestazioni per il disonore padano.

La Lega Nord di Umberto Bossi ha deciso di effettuare dei raduni politici chiamati “manifestazioni per l’orgoglio padano”. Di solito questi raduni servono per difendere l’immagine di un partito che per ragioni diverse soffre di una caduta di consenso. Nel caso della Lega Nord il problema è esattamente al contrario. Qui siamo in presenza di un partito nato come reazione ai garbugli della politica romana, condotto con criteri padronali da un uomo che voleva essere integerrimo nel merito e nel metodo ma che negli ultimi anni, dopo la colpevole frequentazione del suo corregionale Silvio Berlusconi, ha mostrato i lati più negativi della italianità. Ultimamente per motivi di salute si è circondato di collaboratori e familiari mostratisi alla fine desintonizzati con le finalità del partito. Questa gente ha approfittato della disponibilità di denaro proveniente dai rimborsi elettorali dello Stato e ha fatto un uso “disinvolto” dei soldi pubblici. Quale uso? La ristrutturazione della casa di Bossi e le spese personali indicibili del figlio sono due dei molti esempi che rendono la notizia drammatica e incredibile allo stesso tempo. Com'è stato possibile che un partito che aveva fatto della questione morale del nord un dogma sia caduto così in basso? Siamo fortemente turbati dalla direzione che ha preso lo scandalo. Mai avremmo immaginato uno sviluppo così tragico e spaventoso della vicenda. Rimane l’amarezza di aver visto come si può passare direttamente “dalle stelle alle stalle” in un baleno. Riecheggiando al contrario i versi del cinque maggio di Alessandro Manzoni potremmo affermare che “dopo l’altar la polvere”. Più che per l’orgoglio padano le manifestazioni dovrebbero essere intitolate alla “filibusteria padana” o ai “predatori padani”. Lui, Umberto Bossi, padrone della Lega e Capo dei padani (che non esistono), dopo le squallide vicende del denaro pubblico usato per fini personali non è più il condottiero della gente del nord con i loro fucili ma un più modesto (e non poteva non essere che così) bucaniere di provincia o, meglio, un misero profittatore di finanziamenti statali con i quali si è ristrutturato la casa di famiglia. Una fine indecorosa e tutto sommato triste. La nostra tristezza è dovuta al fatto che all’inizio avevamo avuto la sensazione che dopo tanta attesa finalmente fosse arrivato il momento di avere in Parlamento una forza politica eticamente robusta sulla quale contare. Invece è stato l’ennesimo fallimento della italianità tutta, che dal sud al nord manifesta una incredibile uniformità di immoralità e di deficit di etica. Il difficile a essere moralmente onesti non sta nel "dichiararsi" tali, ma nel "mostrarsi" tali, ogni giorno, mantenendo l’esercizio della rinuncia, del sacrificio e dell’altruismo verso l’idea, il valore, lo scopo. La canottiera e le ampolle di acqua del Po non sono serviti a niente. Che squallore.

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