domenica 27 aprile 2008

Confusione o ambiguità?

Il settentrionale Sindaco di Venezia Massimo Cacciari e il meridionale Direttore del “Riformista” Antonio Polito, per apparire originali a tutti i costi e a caccia di bizzarrie giornalistiche, sferzano il leader del PD Walter Veltroni per mettergli ansia e condizionarlo nella definizione della linea politica del partito all'indomani della sconfitta alle elezioni. A voler essere generosi la posizione del duo Cacciari-Polito potrebbe essere un fatto positivo. Sferzare, criticare, stimolare sono ottimi strumenti intellettuali per cambiare in meglio la linea politica del nuovo partito. In questa chiave la proposta di fare uno spezzatino del PD per creare tre nuovi soggetti ancorati al territorio e avere così un PD del Nord, uno del Centro e un altro del Sud potrebbe essere letta come una possibile soluzione per la rivincita dell’ex-centrosinistra sul centrodestra berlusconiano. Si tratterebbe di copiare la ricetta vincente della Lega Nord che, allo stesso modo della CDU bavarese, potrebbe permettere all'ex Sindaco di Roma di ritornare più forte nel Settentrione d'Italia. Questo il fatto che desideriamo commentare brevemente oggi con le solite nostre opinioni. Dunque, Cacciari e Polito hanno detto la loro: per recuperare il divario con il partito di Bossi è necessario alimentarsi a spezzatino di camoscio bergamasco, magari in salsa verde con polenta orobica. Noi riteniamo che il menù sia inaccettabile nel merito e assolutamente sbagliato nel metodo. Creare tre partiti federati del PD che in prospettiva dovrebbero fronteggiarsi con altri tre partiti federati con la Pdl (due ci sono già e sono la Lega Nord e l’MPA di Lombardo) sarebbe la fine dello stato unitario. Insomma, sarebbe un bel regalo alle tesi secessioniste del nordista Bossi che creerebbero di fatto tre stati diversi tra loro. Le successive spinte centrifughe fra i tre spezzoni farebbero il resto. Già immaginiamo i titoli dei giornali: «il PD del Nord contro quello del Centro per motivi di linea finanziaria auspica una separazione dei due partiti». Oppure, «il PD del Sud in disaccordo con quello del Centro chiede che la separazione tra i due partiti sia netta e ognuno vada per la propria strada», ecc... Vogliono questo i nostri guru della politica? Ci hanno sempre creato imbarazzo i cosiddetti intellettuali, meridionali o settentrionali, che fanno proposte pericolose e che giocano a incendiare gli animi. La proposta ci sembra come minimo sconclusionata e, nel caso peggiore, ci sembra in malafede tanto da fare il gioco dell'avversario. Tra le tante cose i due non sono nuovi a proposte shock. Ma da due soggetti come loro, che si professano critici nei confronti del cosiddetto centralismo romano e che sono il primo più nordista di Bossi e il secondo sostenuto economicamente dall'editore del giornale “Libero” che è più filo settentrionale di tutti ci puzza un po'. Forse sarebbe il caso di far chiarire meglio la proposta ai diretti interessati e capire se si tratta di confusione o di ambiguità. Di questa seconda ipotesi non mi meraviglierei molto, visti i soggetti e il loro curriculum politico.

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