mercoledì 23 aprile 2008

Ritratto inedito e tetti parigini.

Ecco un quadro interessante di un bravo artista che vogliamo commentare in modo semplice e argomentato. Si tratta di un'opera ad olio su tela del 1964. L'Autore è Vincenzo Brasella, genio artistico poliedrico, eclettico e audace. L'Artista lo ha dipinto su commissione nei suoi primi anni di lavoro. Rappresenta il ritratto di uno studente di fisica visto in chiave metaforica come uno scrittore di prosa ottocentesca. Brasella è un ritrattista originale che in gioventù, nel quartiere di Montmartre con studio in Rue Chappe, nasce come Artista multiforme e variegato (pittore, scultore, architetto e maestro di vita). Egli trova la sua maturazione sul piano artistico con componimenti che ricordano l’impressionismo. In effetti il ricorso al tema artistico francese si ferma solo in superficie perché la concezione di Brasella, dalla maturazione in poi avvenuta a cavallo tra Parigi ed Amsterdam, è differente. Più Dalì e meno Renoir sarebbe una prima descrizione rozza della sua arte. Insomma, una sintesi personale fra surrealismo ed espressionismo. Le sue rappresentazioni, gli scorci, le stanze, i panorami ristretti, come la veduta dei tetti parigini da una vecchia e malandata mansarda del quartiere di Montmartre dell'opera in esame, individuano categorie statiche, in cui vi è limitata fluidità. In essi la vita scorre lenta, senza scatti, con vedute solitarie e con personaggi naïf e poco propensi all’azione. L'ambiente del quadro appare in penombra e povero. Al posto della scrivania c'è un modesto banchetto sul quale, a mala pena, si può scrivere appoggiando il braccio destro. Un foglio di carta è appuntato sulla parete. L'abbigliamento appare sciatto, essenziale, misero. Il viso è pensieroso e lo sguardo è privo di espressione. Lo scrittore è seduto su un cuscino sdrucito, forse anche sporco, appoggiato su una vecchia sedia insicura. Dalla finestra appare un orizzonte monotono. Si intravedono tetti e mansarde. Il cielo appare poco azzurro con un fondo di foschia bianca. Nel colore è presente una spiacevole sensazione di grigio, con muri calcinati, bianco sporco, intonaco invecchiato e macchiato. La parete è povera di arredi. I muri sono scrostati. L'angolo di visuale in primo piano fa immaginare una stanzetta non curata, senza mobili e con nessuna comodità. Il quadro appare spento. Domina lo scuro che ha prevalenza sulle zone chiare. Lascia pensare a un'esistenza grama, di stenti. Il soggetto sembra essere in difficoltà economica con un futuro non certo rassicurante. L'Artista è stato severo con quest'uomo. Noi apprezziamo molto l’arte di Brasella che in questo quadro, uno dei primi suoi dipinti, fa intravedere in nuce i germi del destino di un Artista che è stato ed è “viaggiatore e moderno Odisseo” nel nostro ormai disastrato mondo.

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