Non posso più aspettare. Anzi, ho aspettato fin troppo. Mi sento in dovere di fare un rimprovero alla mia analisi. Dopo le ultime notizie giornalistiche che affermano esattamente il contrario di ciò che ho affermato io qualche anno fa, ho fretta di ritornare sulla mia errata previsione e fare autocritica. L’Economist l’ha definito Il miracolo di Torino. Ecco di che si tratta. Agli inizi del 2005 la Fiat non godeva buona salute. Soffriva di una crisi generalizzata. E’ stata una crisi finanziaria, produttiva e d’immagine. Se aggiungiamo gli scioperi e l’uscita di modelli poco affidabili abbiamo il quadro di una serie di aspetti negativi che il mercato aveva tradotto in rischi per gli investitori. Insomma, il fallimento della casa produttrice torinese era più che un’ipotesi. Ed ecco il “miracolo”. Due uomini giusti, messi nei posti giusti hanno prodotto il prodigio. Sergio Marchionne e Luca Cordero di Montezemolo hanno fatto recuperare all’industria torinese, in modo insolito quanto straordinario, una nuova vita facendola rinascere. Una ristrutturazione efficace, una politica industriale convincente, nuovi investimenti e nuovi modelli di autovetture hanno prodotto la svolta. Adesso tornano gli utili, e che utili, e il titolo vola in borsa. Avevo previsto nero e invece il futuro è diventato d’oro. Capperi che virata! Sono contento che la mia previsione non si sia verificata. Alcune volte gli errori, riconosciuti con una buona dose di autocritica, fanno bene. Fanno sentire di essere uomini che pensano, ragionano e decidono consapevolmente. Spesso, cioè, il riconoscimento di errori commessi fa sentire un essere umano che sbaglia e riconosce l’errore una persona onesta e corretta. E’ un fatto positivo. Auguri Fiat.
venerdì 25 aprile 2008
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