martedì 27 marzo 2012

Monti e la prontezza dei politici per aiutarlo ad andare via.

Eccoli. Stanno per rientrare in gioco. Si erano stufati di essere diventanti il contorno. Vogliono ritornare ad essere primo e secondo. Vogliono a tutti i costi riprendere le vecchie abitudini di nascondere dietro il primato della politica la loro pantagruelica fame di distribuzione di posti e denari pubblici. Il magna magna lo hanno consumato entrambi gli schieramenti, sottoforma di prebende per far funzionare la “politica”. Monti non ci sta e minaccia di andarsene. La nostra opinione è che ad andarsene non deve essere Monti e il suo governo. In verità, il Senatore a vita, che sta salvando l’Italia dal sicuro fallimento, qualche errore lo sta commettendo. Ma noi siamo del parere che davanti a una più che probabile bancarotta è meglio preferire alcuni errori e tenersi Monti che commettere il peccato mortale del “muoia Sansone con tutti i Filistei”. Ad andarsene, pertanto, devono essere tutti i soliti politici del Pdl, del Pd, dell’Idv e della Lega. Quelli della sinistra poi sono i più ipocriti e non capiscono che fanno ridere quando parlano di serietà, perché nessuno crede loro. Il giochino del sono più bravo io che la CGIL non piace più a nessuno. Per anni hanno fatto i comodacci propri, danneggiando l’Italia tutta e potandola, insieme a braccetto con Berlusconi, alla rovina. Ma ora basta. Non c’è più nessuno disposto a credere a queste volpi e faine della politica che ci sembrano ogni giorno che passa degli squallidi soggetti volti a far fuori l’unico Capo di governo che negli ultimi decenni sta lavorando bene.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La rivoluzione che vorrei.
ricambio di tutta la classe politica. con l'obbligo di fare un periodo di 24 mesi di apprendistato.
dove dovranno svolgere come esame un lavoro da operaio con lo stipendio di euro 1200 al mese.
lavorando senza altri introiti pena l'esclusione da qualsiasi incarico politico.
Cosi quando dovranno fare leggi e qualsiasi altra riforma riguardante la classe operaia come pensioni ecc. saranno più equi nel varare le riforme.
durata massima due legislature con stipendi pari sei volte lo stipendio di un operaio
stipendi che verranno conteggiati ha fine mandato cumulandoli a fini pensionistici
come quelli di un cittadino comune che nella vita ha svolto lavori diversi.
senza la noiosa differenziazione della riforma DINI che per non incappare nelle sua porcata aggiro l'ostacolo col vitalizio per i politici e pensioni per i lavoratori una volta eliminati i papponi e le loro lobby con giovani onesti potremmo risollevarci e fare si che i costi della politica si ridimensionino al costo reale
CHE A TUTT'OGGI È MINIMO DIECI VOLTE PIÙ ALTO. RIPRISTINANDO COSI LA DEMOCRAZIA . VITTORIO

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