Non si può non scrivere qualche riga di riflessione sul tema dell’aggressione verbale subita dal carabiniere in Val Susa da parte di un ottuso fricchettone e più in generale dove sta andando il movimento No-Tav. Diciamo subito che se qualcuno avesse voluto svalutare le ragioni del movimento No-Tav non ci sarebbe mai riuscito così bene come ha fatto il provocatore. La reputazione del movimento è stata rovinata più da lui che da interi eserciti di giornalisti contrari al movimento. Si è trattato di un vero e proprio suicidio delle idee e della ragione. Solo così si potrebbe giustificare, per la prima volta, la perdita di autocontrollo e gli insulti di quel gran furbacchione del pensionato bancario Alberto Perino, che è il vero capopopolo del movimento No-Tav. Dopo l'infelice e stupida aggressione verbale ai danni del dignitoso carabiniere, il Bertoldo Perino ha capito che il movimento ha perduto, sconfitto non tanto dalle frasi irragionevoli dette dall'ingenuo e sprovveduto militante, ma dalla scelta degli organizzatori di accettare l’intervento dei violenti che rischia di innescare pericolose ricadute terroristiche. Il risultato è che il giovane ha creato un danno letale alla causa del movimento e la reazione scomposta di Perino ha mostrato finalmente la pochezza politica delle ragioni dei No-Tav che rifiutano il metodo della democrazia. Tra lanci di sassi e bottiglie incendiarie, tra assalti ai treni e blocchi stradali e autostradali, abbiamo assistito alla solita sceneggiata di violenza che compare sempre quando intervengono ragionamenti che rifiutano il principio di legalità. A nostro parere chi accetta la violenza come metodo di lotta si mette fuori da qualunque contesto di democrazia. E non ci interessano i fricchettoni che giocano a fare la rivoluzione.
venerdì 2 marzo 2012
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