martedì 20 gennaio 2009

Il contrasto apparenza-realtà è diventato un incubo per i cittadini onesti.

Mentre nella generale indifferenza le due detestabili aziende televisive RAI e Mediaset trasmettono a ritmo continuo programmi di intrattenimento fortemente antieducativi, nel paese si consuma la tragedia, tutta italiana, della dissennatezza più profonda che si manifesta in forme evidenti e riprovevoli nel caso esemplare della nomina a Presidente della Vigilanza RAI di un parlamentare trasformista. Un fatto che la dice lunga sulla folle corsa della politica italiana verso il proprio suicidio politico. L’Italia è diventato il paese che continua a sfornare eventi sgradevoli in molti settori della vita sociale, che giustificano la definizione di “società eticamente effimera”, impossibile da guarire. Due esempi per tutti per far comprendere lo sfacelo in cui versano due istituzioni importanti su cui si regge lo Stato repubblicano. In primo luogo la magistratura che, dopo i provvedimenti disciplinari presi dal CSM contro un procuratore capo e alcuni pubblici ministeri e magistrati, rimane un organo azzoppato e impossibilitato a svolgere la sua funzione rieducativa e purificatrice perché malata di protagonismo e sempre in lite con gli altri poteri dello Stato. In secondo luogo l’attuale governo che, dopo la presa in giro dei provvedimenti economici (vedi social card) a favore dei cittadini più deboli colpiti dalla crisi economico-finanziaria in atto, continua imperterrito a non fare nulla per riportare il paese alla normalità etica, relativamente ai comportamenti non virtuosi manifestati con continuità dagli uomini politici di tutti i partiti che agiscono in Parlamento. Quello che è inaccettabile è che la politica - e per essa i vari organi di governo regionali, provinciali e comunali - sia diventata ormai pressoché latitante, in quanto manca di “esempi, modelli e prototipi” di scelte politiche virtuose, educative ed euristiche in grado di dare fiducia ai cittadini e all’intero paese produttivo. Perché non si danno esempi di tagli alle spese improduttive e immorali? Due proposte. La prima riguarda l’impegno preso in campagna elettorale dall’attuale Presidente del Consiglio e accettato da molte forze politiche della eliminazione delle Province e delle conseguenze nefaste del sottobosco politico che in esse vi naviga. La seconda riguarda la creazione di un’Agenzia del lavoro, indipendente dalla politica, che gestisca dei fondi per creare occupazione giovanile nei comuni di tutta Italia. I fondi dovrebbero arrivare da due direzioni. In primo luogo dai risparmi della eliminazione delle Province e in secondo luogo dai sequestri dei beni di chi commette reati finanziari di tipo criminale e amministrativo, pubblico e privato. Le due fonti di finanziamento garantirebbero fondi a sufficienza. Basterebbe mettere in moto questo semplice meccanismo per dare un primo efficace e dirompente segnale di rottura col passato all’intera società italiana. Invece, assistiamo esattamente al comportamento opposto. Non solo il governo non fa nulla per creare occupazione, ma addirittura tutti i politici sono impegnati, con avidità, ad arraffare il più possibile posti di lavoro e prebende per i propri parenti ed affini. Le denunce pubbliche dei giornalisti Stella e Rizzo e di alcune trasmissioni televisive, come “Reporter” e “Striscia la notizia” tanto per fare alcuni esempi concreti, lo dimostrano. E’ tutto un imbroglio disgustoso.

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