Gli imbroglioni sono come le formiche: non si fermano mai. Indovinate come potevamo iniziare il nuovo anno? Avremmo desiderato tanto iniziarlo con un articoletto piacevole, leggero leggero, con un contenuto ottimistico, alla “Bagaglino” tanto per intenderci, di quelli che fanno ridere e trastullano tanto il nostro Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. E invece, siamo costretti a ripeterci e pubblicare un post di denuncia sull’ennesimo inganno all’italiana. Credeteci non volevamo. Almeno a Capodanno speravamo di essere più forti dei cattivi eventi. Ma non è stato possibile. La realtà certe volte supera la fantasia. Ma come si può pensare ottimista quando sui giornali si leggono notizie come quella che vogliamo commentare oggi, 1 gennaio 2009. Si tratta della notizia relativa all’indagine della magistratura sui sigilli messi a un intero quartiere di Roma nel XIII municipio, con sedici indagati tra cui impiegati dell’Ufficio condoni edilizi del Comune di Roma, funzionari del XIII municipio, tecnici e amministratori di aziende di servizi. Forse non avete letto bene. Qui non si tratta dell’abusivismo di una mansardina o di una stalla di campagna trasformata in un piccolo ostello per la gioventù. No. Qui si tratta di un intero complesso residenziale, cioè un quartiere abusivo completo di tutto nella periferia sud di Roma, con ben 1367 unità immobiliari, mica bruscolini. Capite le dimensioni? Ma come si può immaginare di imbrogliare tanto? Com’è possibile che si possa verificare una truffa così gigantesca e colossale (da Colosseo romano) al limite dell’inverosimile? E poi ci si accusa di essere esagerati nelle nostre critiche a politici e amministratori di tutti gli schieramenti che sconoscono l’etica. Ma scusate, perché queste cose non si verificano a Londra o a Berlino? Perché? Il problema delle notizie pessimistiche non siamo noi, semplici cittadini, o meglio i veri giornalisti della carta stampata (v. Rizzo e Stella) o della TV (vedi Reporter), che denunciamo incredibili imbrogli fatti da allegri amministratori comunali, provinciali, regionali o nazionali nell’intero territorio del Bel Paese. No. Il problema sono gli amministratori e gli uffici preposti che non controllano! Ecco chi sono che dovrebbero essere messi alla gogna. E il Presidente del Consiglio Berlusconi che fa? Non ci crederete. In un paese serio il minimo che farebbe un Primo Ministro sarebbe quello di legiferare con leggi rigorosissime, per evitare il ripetersi di simili truffe. Mentre il Nostro che fa? Propone di eliminare le intercettazioni telefoniche impedendo così alla magistratura di scoprire i prossimi imbrogli. Capita l’antifona? Giuriamo che se farà questa legge, che renderà impossibili ai giudici scoprire le truffe e le magagne degli imbroglioni, noi lo nomineremo su questo blog “Primo imbroglione d’Italia”! Come si dice in questi casi a Roma: “quando ce vò, ce vò”. Lo scandalo di una politica che permette questi fatti manifesta l’inadeguatezza degli attuali sistemi di controllo politici e amministrativi. Non è una pura fatalità, ma si tratta di uno sfrontato e provocatorio modo di intendere la politica, sia essa di centrodestra sia di centrosinistra, con la quale non si permette in Italia di fare una politica di “tipo etico”, intesa come servizio alla collettività ma, soprattutto, come fattore di crescita morale e spirituale dell’individuo. Insomma, è una scelta che i nostri politici hanno fatto: si disinteressano dei motivi per cui si delinque e si concentrano sui motivi per fare quattrini. Stiamo addirittura peggio che nel ’92, quando ci fu l’ecatombe della classe politica della 1° Repubblica perché sorpresa a rubare.
giovedì 1 gennaio 2009
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