sabato 24 gennaio 2009

Il problema della decadenza della sinistra in Italia.

La sinistra italiana, è in crisi profonda. Si dibatte convulsamente tra lo stato comatoso e l’ansia di non poter guarire. La notizia peggiore, tuttavia, è un’altra e si riferisce al fatto che essa rischia di rimanere paralizzata per sempre. All’orizzonte non si vede nessuna nave in grado di poterle portare aiuto. Dunque, deve fare da sola perché non ha né amici, né avversari leali. Tutti invece la vogliono morta e sepolta. Dall’estrema sinistra al centro neo-democristiano vogliono una sinistra riformista che non abbia né la capacità di fare opposizione efficace, né i voti necessari per dare battaglia in Parlamento. E i suoi avversari stanno vincendo. Per noi è grave che in Italia non ci sia una sinistra riformista, una sinistra che sia un baluardo verso la regressione politica in cui è ormai avviata irreversibilmente la nostra società. Ci troviamo in un paese in cui c’è una minaccia concreta proveniente da più fronti, con una manovra a tenaglia realizzata dal “fondamentalismo cattolico”, dai “reazionari berlusconiani” e da una nascente “destra neo-fascista”. Omettiamo di citare l’estrema sinistra perché è rappresentativa solo del proprio nulla politico che si è sciolta all’indomani della sconfitta alle ultime elezioni come neve al sole. Questo coma in cui versa la sinistra è un fatto politicamente grave, soprattutto in un paese come l’Italia in cui c’è un “Signore degli Anelli” che ha una maggioranza bulgara in Parlamento ed è all’attacco su più fronti per ridurre questo paese a burla di nazione mettendosi l’etica sotto le scarpe. Una breve analisi del perché di questo stato comatoso potrebbe portarci a individuare almeno qualche ragione valida. Sulle colpe di questa inefficace sinistra il politologo Sartori dice che “essa antepone il problema della distribuzione della ricchezza al problema della creazione della ricchezza”. Efficacissima lezione quella del Sartori politologo. Effettivamente non si è mai vista una persona camminare con le gambe all’insù e le braccia all’ingiù. Questo è l’esempio che ci viene in mente per fotografare l’analisi politica di Sartori. Com’è possibile che si possano fare scioperi per rivendicazioni a sinistra se non si produce ricchezza? Ma perché la sinistra è così sbrindellata a tal punto da scegliere di camminare con la testa all’ingiù? Tutto dipende da una principale causa: il suo stretto rapporto mortale con il sindacato CGIL dei vari Cofferati prima ed Epifani adesso. La CGIL di Epifani è la vera e propria pietra tombale di questa sinistra riformista che le impedisce di essere se stessa e le impedisce, imbrigliandone la sua politica, di creare proposte e processi politici come è riuscito a fare negli USA la fucina di Barack Obama. La dipendenza del PD dalla CGIL di Epifani è mostrata bene dalle recidive dichiarazioni del Ministro ombra del Welfare, quel Letta, nipote del suo più famoso zio consigliere di Berlusconi, che ha detto: “Guglielmo non ha compreso la svolta del PD. Intesa con continuità con le nostre idee”. Tutto sta in quel tu che il Ministro ombra dà al Segretario Generale della CGIL che lascia trapelare una dipendenza dal sindacalismo cigiellino veramente stupefacente. In un altro paese, il Ministro ombra del partito di opposizione rivolgendosi al capo del massimo sindacato italiano lo avrebbe chiamato “il Segretario generale della CGIL”, oppure Epifani, col cognome, ma mai col nome. Invece no, in Italia ci si chiama confidenzialmente con il tu che è indicativo di un privilegio che viene dato a un interlocutore che detta e impone le sue idee. Un sindacato come la CGIL che fa prima gli interessi del sindacato, poi quello dei lavoratori anziani e mai gli interessi del paese e delle nuove generazioni, che dice sempre no, è un sindacato che vuole prima spartire le risorse (che non ci sono) e poi vuole creare la ricchezza. Proprio un bell’esempio di razionalità politica. Non c’è che dire. Ecco qual è la pietra al collo del riformismo della sinistra in Italia. E badate bene che non abbiamo parlato della difesa dei “fannulloni” nella pubblica amministrazione che la CGIL ha sempre fatto con le sue retrive ed opportunistiche attività sindacali e i sui ricattucci di sciopero. “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Ecco, adesso la sinistra pianga, tanto non può fare altro.

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