mercoledì 24 settembre 2008

Amici americani e conflitto di interesse.

Cinque interi anni di politica estera italiana della legislatura 2001-2006 di Silvio Berlusconi, com'è noto, sono stati "messi a disposizione" del suo amico personale, il Presidente degli Stati Uniti George Bush. Non capita di frequente che un paese del G8 sia tanto arrendevole in politica estera quanto lo è stato l'Italia di Berlusconi con l'amico americano. Tonnellate di polemiche, mille manifestazioni contro e chilometri di cortei di protesta non sono bastati per evitare concessioni esagerate all'amico George. Che ne è rimasto di tutti quegli anni di filoamericanismo? Niente. Nulla. Non un solo favore è stato ricambiato dal potente capo della Casa Bianca. Basi militari, guerre (nell'Iraq e nell'Afganistan), rapimenti di islamici sul suolo italiano, voli illegali, stragi dei top gun per gioco (Cermis), omicidi mascherati da fatalità di funzionari italiani (Calipari), insomma una valanga di favori fatti all'amico George mai ricambiati. Per la verità un favore Bush l'ha fatto a Silvio. Lo ha invitato al Congresso degli Stati Uniti per un discorso applaudito, alla fine, da tutti i parlamentari in piedi. Ma dollari, nulla di nulla. Adesso col caso Alitalia si sta sfiorando il ridicolo. Pensate che l'unico a farsi avanti per rilevare l'Alitalia non è la Delta Airlines statunitense ma la Aserca Airlines. Di chi è l'Aserca? Di Hugo Chaves, Presidente del Venezuela e acerrimo nemico di George Bush. Quando si dice ironia della sorte. In verità Berlusconi non è preoccupato per niente di come stanno andando le cose con Alitalia. In caso di fallimento della compagnia di bandiera non avrà alcuno scrupolo ad addossare la responsabilità a piloti e CGIL. Tanto lui ha il 70% di gradimento! Quello che conta per SuperSilvio è aumentare ulteriormente il conflitto di interesse. Detto, fatto. Marina Berlusconi, la sua potente figlia capitana dell'azienda di famiglia, entra con una quota di minoranza anche nel salotto buono di Mediobanca. Cosa volete di più?

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