mercoledì 3 settembre 2008

Matematica e giornalismo italiano: un rapporto conflittuale.

Oggi ci sarebbero da commentare tanti fatti politici importanti presenti nei principali quotidiani. Ci occuperemo invece di un tema apparentemente più "frivolo" che tratteremo con ironia. Matematica e giornalismo italiano si sa non si amano. Il giornalista italiano di solito è un ignorante di scienza e di matematica in particolare. Le sole notizie che la grande stampa politica pubblica sulla matematica riguardano di solito frivolezze o stranezze di questa scienza. L'indagine P.I.S.A. non è il nome della città della torre pendente toscana ma è l'acronimo di Programme for International Student Assessment ed è una indagine campionaria internazionale che dal 2000 coinvolge 32 paesi europei ed extraeuropei. In poche parole mira a valutare in quale misura gli studenti di 15 anni, al termine della scuola dell’obbligo, possiedano le conoscenze e le competenze necessarie per inserirsi in modo attivo nella società. Questa valutazione viene attuata attraverso la verifica dei livelli raggiunti nelle abilità di lettura, matematica e scienze. I risultati dei test dicono che gli studenti italiani sono fra i peggiori nell'apprendimento della matematica. Ragioni storiche, filosofiche e religiose stanno alla base della mancanza di abitudine allo studio delle scienze astratte ed empiriche in Italia. Orbene, non avremmo mai immaginato di trovare analoghi risultati anche in casa del giornalismo più famoso e "importante" d'Italia che è il Corriere della Sera. Basta osservare cosa pensano del semplice concetto di "percentuale" i giornalisti di questa "prestigiosa" testata per avere un'idea precisa di quanto asseriamo. A pag.25 dell'edizione di oggi, 3 settembre 2008, vi è un'intera pagina che parla della distribuzione percentuale dei più conosciuti browser che servono per sfogliare le pagine web presenti in internet. Ecco gli "strani conti" del redattore del giornale milanese : Internet Explorer 79%; Firefox 28%; Safari 2,6%; Opera 2,1%.Il totale ammonta a 111,7%, il che evidentemente non è possibile, almeno per noi comuni mortali. Forse l'operazione di somma sarà possibile allo strano redattore del Corriere in forza dell'abitudine che egli ha di presentare conti in cui permette "al tutto di essere maggiore delle sue parti". A noi non è consentito, purtroppo. E poi dicono che il pesce puzza dalla testa e non dalla coda. Con queste teste che ci ritroviamo, è normale, no?

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