sabato 6 settembre 2008

La CEI ha o non ha il diritto di fare politica? (Parte II)

Dunque, avevamo visto giusto. Le nostre idee hanno trovato sostegno consistente e scientifico nel libro di Michele Martelli Quando Dio entra in politica, Roma, Fazi, 2008. Abbiamo indovinato in pieno quando abbiamo proposto il post precedente. Sebbene lo abbiamo scritto con un po’ di cautela (il tema è complesso e delicato, si dice in questi casi), la nostra tesi relativa al morboso interesse espresso ultimamente dalla Chiesa cattolica a fare politica diretta e “invasiva” sul suolo della Repubblica italiana sembra essere stata confermata adeguatamente dal lavoro dello storico Martelli. Ecco cosa dice del libro, in una sintesi lodevole, il filosofo ed epistemologo Giorello: “Michele Martella accusa la gerarchia ecclesiastica di voler dettare legge in ogni settore della vita pubblica”. Si voglia o meno, questo è il tema sollevato dal nostro articolo in tempi non sospetti. Con Papa Ratzinger il dogmatismo cattolico è entrato pesantemente in azione nell’agone politico italiano. Questa non è più un’ipotesi. E’ un’ulteriore conferma e una potente corroborazione del fatto degno di nota di questo papato. L’unica cosa che ci piacerebbe vedere a questo punto è se la CEI e il Vaticano vogliono essere coraggiosi rispondendo senza polemiche alla tesi di Martelli con argomentazioni chiare e non cardinalizie. “Sopire, troncare padre molto reverendo: troncare, sopire” diceva il Manzoni a proposito del dialogo tra il Conte Zio e il Padre Provinciale. Qui la frase si dovrebbe cambiare in : “Svegliare e rinvigorire le coscienze critiche con la discussione, caro molto Card. Bagnasco”. Chi pretende di non essere relativista deve avere il coraggio di discutere e argomentare. Noi ce lo auguriamo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con te!

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