sabato 20 settembre 2008

Impedimenti legittimi e impedimenti inopportuni: la solita vergogna nazionale dei potenti.

Immaginiamo per un istante il mondo alla rovescia. Supponiamo cioè che Silvio Berlusconi fosse un uomo integerrimo. In realtà non lo è perché in ogni caso, su decine e decine di processi a cui è stato sottoposto dai mille e uno tribunali della Repubblica, almeno in uno è stato condannato. Immaginiamo, dunque, il Presidente del Consiglio dei Ministri senza macchie, né conflitti di interessi, severo con i corruttori, lungimirante nel fare gli interessi della collettività, tutto dedito al bene comune. Insomma, un leader con pochi difetti. Supponiamo, inoltre, che noi ci trovassimo nei panni dell’attuale Berlusconi quello tanto per intenderci inquisito, quello cioè che negli annali della storia verrà definito, alla voce Silvio Berlusconi: “un ex palazzinaro milanese passato alla politica per interessi personali, con un gigantesco conflitto di interesse che nè lui, nè la combriccola di centinaia di giornalisti delle sue televisioni e dei suoi giornali che lo sostengono dicono di avere mai visto, ma che esiste in quanto c’è incompatibilità almeno etica e morale tra la carica politica occupata come Presidente del Consiglio e le cariche di proprietario del più colossale impero televisivo e dei media che esiste in Europa, nonché proprietario di centinaia di partecipazioni in affari inconciliabili con la carica occupata attualmente”. Questo Signore, pensate, è talmente arrogante che non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi antifascista e, fatto gravissimo, non ha mai presenziato, in ben tre legislature in cui è stato, ed è, Capo del Governo della Repubblica, a una sola celebrazione della ricorrenza del 25 Aprile accanto ai partigiani. Bene. Adesso ammettiamo che un Tribunale della Repubblica convochi noi che siamo dei poveri impiegati, in quanto accusati del reato di corruzione di un testimone chiamato, tanto per fare un nome qualunque, David Mills. Bene. Supponiamo, altresì, che noi decidessimo di non presentarci alla convocazione e addirittura, in modo platealmente provocatorio, non inviassimo neanche un nostro legale di fiducia a rappresentarci, adducendo la scusa che quel giorno nell’ufficio, diciamo del Catasto in cui lavoriamo come impiegati di bassa qualifica, abbiamo da sbrigare una pratica importante nell’interesse supremo della nazione. Secondo voi il Tribunale in esame ci nominerebbe un avvocato d’ufficio (pagando per noi le spese, noi che ne guadagniamo appena quarantaquattro al giorno, come i famosi gatti) riconoscendoci in più il diritto a non essere presenti perché impegnati in un lavoro di forte interesse per la nazione oppure ci farebbe venire a prendere dalla polizia penitenziaria pronta per farci fare “una bella vacanza” in un albergo di Stato come è stato vergognosamente fatto con Enzo Tortora? Diciamo la verità: la sfrontatezza di questo individuo senza vergogna è ormai plateale. Quello che irrita in tutta questa unta vicenda (unta perché è stata macchiata da una legge ad personam che Berlusconi si è fatto approvare dalla sua maggioranza in Parlamento per non essere più inquisito), non è che lui non abbia il diritto di non presentarsi. Per carità, noi gli riconosciamo questo diritto. Può capitare, perchè no, a tutti di non poter essere presenti a una riunione un giorno in cui abbiamo troppi impegni. Quello che irrita in questa telenovela, che dura da più di quindici anni, è l’arroganza del potere, che gli consente di non farsi rappresentare neanche da un suo legale di fiducia, lui che di avvocati ne ha centinaia ai suoi ordini. Ma è mai possibile che un milanese come lui, vanto della Milano da bere e famoso per il suo dinamismo meneghino, non possa trovare il tempo di andare in un Tribunale quando poi lo vediamo in programmi televisivi squallidi in cui sorride maliziosamente a proposito di toccate proposte da una schermitrice olimpica? Quello che irrita è che a pagare l’avvocato d’ufficio sarà la collettività, ovvero noi che lavoriamo al Catasto con stipendi miserrimi. Ebbene, noi ci ribelliamo all'imposizione di dover pagare, con i nostri soldi di contribuenti onesti, la parcella all'avvocato d'Uffico difensore del Sig. Berlusconi! Ognuno è libero di ragionare come vuole. Solo si sappia che il Signor Silvio Berlusconi ha un gigantesco, colossale e irrisolto conflitto di interessi che è lì, come una pietra che lo schiaccerà sempre a dimostrare l'imbarazzante e insopportabile scelta dei cittadini italiani a venire governati da lui.

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