giovedì 13 maggio 2004

Ritiro dei militari italiani senza se e senza ma.

Il centro-sinistra a proposito del ritorno dei militari italiani dall'Iraq ha deciso di sposare la tesi dei pacifisti. E' una presa di posizione lecita e legittima che fa parte della libertà decisionale di questo grande raggruppamento di centro-sinistra. Ho idea che la decisione soffra però di luci e di ombre. Che sia una decisione "illuminata" lo si deduce dal fatto che di colpo tutta l'opposizione si è compattata contro la maggioranza di governo che la pensa in modo diametralmente opposto. Da questo punto di vista è una soluzione che dovrebbe tornare utile alle prossime elezioni europee perchè potrebbe portare molti voti sull'onda dell''effetto Zapatero'. Tuttavia vi sono anche delle piccole ombre che potrebbero oscurare non poco la scelta. Di cosa si tratta? Due mi sembrano le principali oscurità. La prima è che se l'ONU dovesse decidere di intervenire in prima persona in Iraq con un contingente militare di caschi blu il centro-sinistra dovrebbe di nuovo cambiare posizione, col rischio di produrre l’altro effetto chiamato "effetto bandiera": dove spira il vento, il triciclo veleggia. Ricorderebbe così la pubblicità televisiva di un’azienda petrolifera araba in cui si vedeva una barca veleggiare su una strada asfaltata. Diciamo la verità: non si tratterebbe di una bella immagine. L'altra oscurità è più seria perchè riguarda le ragioni della politica ovvero i motivi razionali per cui si fa politica che non possono essere dettate da ragioni basate sull'onda della emotività o di schieramento. Si tratta di ragionare su cosa potrebbe succedere in Iraq se tutti ritirassero i loro contingenti militari. In pratica si darebbe al terrorismo di Al Qaeda il via libera a costituire il primo paese con la dittatura del terrorismo.Altro che Cuba. In queste condizioni il regime dei talebani in Afganistan al confronto dei mozzateste di Osama Bin Laden sarebbe un oratorio pieno di cherichetti da prima comunione. Alla faccia dell'aiuto alla povera popolazione irachena che il centrosinistra ha sempre riconosciuto dovesse essere necessario. Il fatto poi che attualmente sia in atto una guerra spietata, feroce, tra questi terroristi planetari che combattono spavaldamente le democrazie e i paesi democratici pieni di cittadini occidentali trasformati in spettatori passivi, al centro-sinistra non interessa per niente. Alla faccia del progresso della democrazia.

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