lunedì 24 maggio 2004

Un anonimo lavoratore italiano all’estero: un vero campione di correttezza professionale e di dedizione.

Poche parole per un signor lavoratore che non si esibisce in pubblico, non frequenta i salotti letterari e televisivi, non urla quando è intervistato, non offende quando gli viene richiesto un parere, ragiona pacatamente, non parla in politichese e, dulcis in fundo, dice cose importanti che in questo periodo interessano tutti gli italiani. Sto parlando di questo semplice e straordinario italiano a Bagdad che risponde al nome del Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana, Sig. Maurizio Scelli. Desidererei spendere poche parole per affermare che sono un suo convinto ammiratore, per l’eccellente lavoro che sta svolgendo in Iraq a capo della missione italiana della Croce Rossa. In pochi giorni lo abbiamo visto a Bagdad, in aereo alla partenza dall’Iraq, in aereo all’arrivo a Roma, di nuovo in aereo alla partenza per Bagdad e, adesso, di nuovo in aereo all’arrivo a Ciampino con la salma del povero italiano giustiziato dai terroristi. Instancabile, tenace, convinto e convincente, sta svolgendo un lavoro encomiabile. Insomma, un vero campione del lavoro italiano. Ma quando si riposa? Spero che il Presidente della Repubblica gli dia una medaglia. Grazie Sig. Scelli per ciò che sta facendo.

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