Il fatto riguarda la pedofilia, ovvero la pratica sessuale mostruosa effettuata con violenza da uomini malati ai danni dei bambini, spesso sfociata con la loro morte violenta. Avete capito che stiamo parlando del reato più grave che si possa immaginare. Giusto? La ragione in questi casi ci può aiutare facendo appello alla deduzione logica. Nel nostro caso la logica ci dice che più grave è il reato, più grave deve essere la pena. Giusto? Se le cose stanno così, e le cose stanno proprio così perché noi sfidiamo chiunque ad asserire il contrario, il reo dovrebbe essere condannato a morte da parte di un boia. Siccome la nostra Costituzione non prevede la pena di morte allora la pena immediatamente inferiore è l’ergastolo. Giusto? Su questa semplice linea di ragionamento non ci dovrebbero essere dubbi. Violenza per pedofilia = ergastolo. Questa semplice equazione eliminerebbe la possibilità della reiterazione del reato. Giusto? Dunque, se il pedofilo fosse condannato all’ergastolo e rimanesse dentro al carcere per tutti i suoi rimanenti giorni il problema sarebbe risolto, almeno per questo dannato delinquente. In più, con questa pratica giudiziaria, ne guadagnerebbe anche la sicurezza dei cittadini e ci sarebbe anche una forte ricaduta psicologica sui potenziali pedofili che vedendo la severità della pena, forse ci penserebbero “settantasette volte sette” prima di tuffarsi in questa riprovevole attività. Come vedete il problema della certezza della pena risolverebbe il dopo-reato e la società dovrebbe concentrarsi per risolvere l'aspetto preventivo onde evitare che il reato possa avvenire in futuro. Giusto? Invece no. L’attuale discussione è imperniata in maniera a nostro parere sbagliatissima sulla cura da dare al pedofilo dopo il reato. Ed ecco che questo maledetto paese, chiamato Italia, si inventa una divaricazione di idee in cui si possono trovare spaventose tesi a favore del pedofilo come quella che viene proposta dai Cattolici e dalla Sinistra radicale. Cioè quella di stare attenti perché non si devono imporre al cittadino pedofilo cure mediche che la Costituzione non prevede e non riconosce. I nomi? Eccoli. La cattolicissima Rosy Bindi, attuale Ministro della Famiglia. Il verde Angelo Bonelli, uno di quelli del partito che ha prodotto la spazzatura a Napoli. L’altra verde Titti Di Salvo, vedi prima. L’ex procuratore Gerardo D’Ambrosio. La neuropsichiatra teodem Paola Binetti. Il Senatore prima comunista, poi della quercia, dopo dei ds, adesso del PD Massimo Brutti. E l’elenco può continuare per molto. Dunque, per tutta questa gente il problema non è eliminare la possibilità che i pedofili continuino a delinquere. No. Il loro problema è formale, cioè che la Costituzione non prevede nessuna cura e quindi lasciamo che le cose continuino così. Agghiacciante! Ma si può andare avanti così? Dato che i parlamentari succitati appartengono tutti alla "banda Prodi" ci permettiamo una piccola chiosa. Noi in questi due anni del sorprendente e folle governo Prodi avevamo capito che il variegato e anarchico schieramento politico antiberlusconiano aveva soggetti da psicanalisi. Ma non fino al punto da trovare nello stesso raggruppamento l’inconciliabile irrazionalità di tenere a tutti i costi uniti il diavolo e l’acqua santa. Solo con la spiegazione del potere per interessi si può comprendere come è stato possibile che l’indulto e le leggine pro-parlamentari avessero avuto una maggioranza di consensi nello schieramento di centro-sinistra che era inspiegabile alla luce di una politica etica promessa dal Sig Prodi prima delle elezioni. Lo abbiamo visto in funzione anche all’ultimo momento, appena ieri, con l’assalto alla diligenza dell’ultimo provvedimento del Consiglio dei Ministri del deludente governicchio Prodi. L’ultima sanatoria per i partiti sono l’articolo 51bis che riapre i termini per chiedere i rimborsi elettorali relativi alle elezioni politiche del 2006 e l’emendamento introdotto in extremis che impedirà alla magistratura contabile di ficcare il naso nelle società. D’ora in poi lo potrà fare solo il giudice ordinario: come dire una sorta di immunità. Dove erano le cattolicissime Bindi e Binetti, i verdissimi Monelli e Di Salvo, il riformista comunista Brutti e tutti gli altri? A pascolare le pecore? Il grande Totò, che conosceva gli italiani molto meglio di noi, soleva dire di tutte queste persone che dicono di credere nei sacri principi e nei valori: “ma ci facciano il piacere, ci facciano”!
mercoledì 27 febbraio 2008
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