Questa pagina è nuova. L'ho "inventata" da poco. Non ti preoccupare della data del 3 Febbraio 2008. Non conta nulla. Al contrario è una pagina di aggiornamento, quindi recentissima. Si tratta di una pagina in cui pubblicherò i miei commenti sull'ultimo libro in lettura, cioè sul libro che sto leggendo in questo momento. Intanto mostro la foto di copertina del libro che mette in evidenza che si tratta di un libro sui viaggi. Anzi. Un libro di letteratura di viaggio. Sia chiaro. Non intendo qui proporre una scheda del libro, nè voglio fare una recensione. Desidero, piuttosto, proporre alcune parti del libro che mi hanno colpito. Se mi sento di commentarli lo farò, altrimenti lascerò che siate voi a farlo, s'intende se ne avrete voglia.
Intanto a questo URL c'è la foto di copertina ingrandita a una risoluzione di 666 x 1039 pixel. Si potranno leggere bene le coordinate bibliografiche.
A tra poco per gli approfondimenti. Vi ricordo che potete sempre pubblicare i vostri commenti in qualsiasi momento: compariranno immediatamente in coda a questa pagina.
1. Un primo commento del libro ha a che vedere con il problema della sicurezza del turista in viaggio. Troppo vero! Dice Canestrini: [...]"Il recente boom del turismo enogastronomico, con tutta la sua retorica dei sapori che hanno attraversato i secoli si spiega con la nuova parola d'ordine della valorizzazione delle risorse locali. Quando fuori d'Europa c'è maretta, il turismo diventa culturale, cioè di ripiego. Come le visite a chiese e musei che si improvvisano nelle giornate piovose. [...] Si crede raffinato, ma di fatto è un veloce abbuffarsi: perchè se non si mangia, ormai, sembra inutile partire, viaggiare, visitare, conoscere. Con la scusa e la presunzione di avvicinare altre culture, non c'è più viaggio senza assaggio. Cotoletta e cuscus? Lodevoli mescolanze, peccato che avvengano solo nel cavo orale" [...] ma i marocchini è meglio che stiano a casa loro". (pagg.15-16).
Canestrini è bravo due volte. La prima perchè dice delle cose vere e riesce a saperle raccontare con chiarezza e fluidità. La seconda perchè ha una vena ironica straordinaria. Quando dice che il turismo diventa culturale solo quando fuori piove è verissimo. Per certi turisti i musei e le pinacoteche se c'è il sole è come se non esistessero! A loro piace andare in posti di divertimento, dove o il palato o la vista siano totalmente immersi nel gioco di un luna park oppure a farsi trainare da qualche giovane studente su un risciò. Fateci caso e sarete d'accordo.
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