mercoledì 20 febbraio 2008

Il passaggio di consegne di Fidel Castro.


I nipotini di Stalin oggi sono commossi. Fidel Castro, il grande Condottiero comunista cubano, il Lider Maximo del comunismo internazionalista, ha ieri “rassegnato” le dimissioni nelle mani del Presidente in carica, Sua Eccellenza il fratello, compagno Raoul Castro. La giustificazione è che non ha più l’età per continuare lo sforzo di condurre il popolo cubano sulla via della Rivoluzione marxista. Questa la notizia e passiamo alle opinioni.
Non capita tutti i giorni che un dittatore famoso a livello mondiale sia sulla scena da più di cinquant’anni. Aveva iniziato la sua carriera politica con l’altra icona del comunismo rivoluzionario sudamericano, il famoso Che Guevara. Sulla stampa di oggi, in Italia, si trovano un oceano di esternazioni delle compagne e dei compagni comunisti nazionali. Tutti i commenti sono rivolti al suo talento politico e al suo ruolo avuto nel contesto mondiale del sogno rivoluzionario marxista. Vero. Riconosciamo che nel bene ma, soprattutto, nel male il Lider Maximo ha avuto un merito: quello di compattare il fronte anti-USA e antioccidentale per decenni. Oggi lo piangono i D’Alema, i Bertinotti, i Diliberto, le Rossande, Gianni Minà e persino Raffaella Carrà lo piange insieme a tanti orfanelli del sottobosco politico della sinistra italiana. Persino il bombarolo mancato di tralicci Giangiacomo Feltrinelli, se fosse ancora vivo, lo avrebbe commemorato, a suo modo, probabilmente pubblicando un'intera collana della sua casa editrice alla vita e alla morte della speranza comunista. Peccato che con il leader cubano si rivedrà il triste copione che si è ripetuto in tanti paesi europei della ex “cortina di ferro” del Patto di Varsavia. A Budapest, a Praga, a Varsavia, a Bratislava, a Tallin, Riga e Vilnius, tanto per fare alcuni esempi, oggi è quasi impossibile trovare in una libreria un semplice libro che parli del periodo del comunismo europeo post seconda guerra mondiale. Quegli europei che sono stati costretti dalla furia marxista dei sovietici del tempo a subire la mancanza di libertà per decenni, adesso di comunismo non ne vogliono sentire parlare neanche "a cannonate". Eppure, a quei tempi si spacciava la politica di Fidel come la sola “a favore” del popolo e della democrazia. Fermi tutti. Per favore, niente disperazione. Esce di scena Fidel ma è già entrato nella stessa scena sudamericana un altro Castro, quel Chavez che ne ha preso il testimone. Come dire: dalla padella alla brace.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io lo piango. E' un eroe. E' l'unico che ha resistito alla violenza e all'arroganza degli USA, i quali hanno fatto scempio del Sud America capovolgendo governi e supportando dittatori crudelissimi, ai quali gli americani insegnavano l'arte raffinata della tortura da usare contro i partigiani che lottavano per la libertà. Ha resistito per 50 anni allo spietato embargo USA. Evviva l'eroe Fidel Castro

Anonimo ha detto...

Caro anonimo,
non sono d'accordo con te. Sicuramente Fidel è stato a fianco del suo popolo per mille aspetti, quali la cultura, lo sport, la dimensione sociale, ecc.. ma non certamente nel campo della democrazia . Ha mostrato tratti positivi e altri negativi. Ma nel campo politico un regime dittatoriale, e il suo lo fu e continua ad esserlo, è inaccettabile. Le dittature sono di per sè un fatto negativo perchè si nega al popolo il diritto alle idee. Il fu Presidente della Repubblica Sandro Pertini disse nel suo discorso di insediamento: "Combatterò sempre i miei nemici ma lotterò sempre affinchè essi possano esprimere sempre il loro pensiero"! Questa è la verità. Il resto è polemica. Ciao e fatti sentire ancora.

Anonimo ha detto...

Come mai non rispondi ai miei commenti sul blog di Veltroni?

Anonimo ha detto...

Scusami, ma ho avuto dei problemi nel pubblicare il commento per una formattazione che il sistema rifiuta. Adesso sono riuscito a farlo. Ciao.

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