martedì 12 febbraio 2008

Una piccola polemica anglo-italiana sulla scuola del Bel Paese: la scuola italiana è o non è competitiva?


Che a difendere la scuola italiana fosse rimasto il solo Ministro della P.I. è cosa ovvia e scontata. Ma che addirittura si muovesse il numero due della diplomazia internazionale, l'Alto Ambasciatore Italiano accreditato presso il Governo di Sua Maestà Britannica la Regina Elisabetta II ci rende perplessi. Può un Alto Diplomatico come Sua Eccellenza l'Ambasciatore d’Italia rischiare di prendere fischi per fiaschi dal primo funzionario del Foreign Office di Londra qualora la sua tesi fosse inficiata da troppo ottimismo e dimostrasse di essere sbagliata? A noi francamente ci sembra esagerato e riteniamo che mai come in questi casi la massima che “il silenzio è d’oro” avrebbe dovuto essere la sola misura che l’Ambasciatore avrebbe dovuto prendere. Il fatto è che ormai la validità della scuola italiana è lasciata solo come argomento di discussione pomeridiana nel solo ambiente snob londinese di qualche salotto diplomatico, vista ormai la cronica impossibilità di riuscire a far guarire un malato tristemente irrecuperabile. Ma procediamo per ordine. Il fatto che intendiamo commentare oggi riguarda una "garbata" polemica tra il solito quotidiano inglese Financial Times e il nostro Alto Rappresentante del Governo Italiano nel Regno Unito, ovvero l'Ambasciatore Italiano Dott. Prof. Giancarlo Aragona. Sua Eccellenza si è decisa a scrivere al Financial Times perchè questo quotidiano, sistematicamente alle prese con campagne di stampa non gradite dai vari governi italiani, ha accusato i dirigenti politici italiani di aver fatto e di continuare a fare una pessima politica scolastica che ha prodotto gli insuccessi educativi che tutta l’Europa ha davanti agli occhi. A nostro giudizio una obiettiva e corretta analisi, frutto di decine di indagini internazionali. L’Ambasciatore Aragona ha affermato che la scuola italiana non è allo sfascio. Tanto è vero che, ha detto, alcune istituzioni inglesi si servono di giovani ricercatori italiani sia nella ricerca sia nella City. Con queste motivazioni Sua Eccellenza taccia il giornale inglese di parzialità. Dunque, per l'Ambasciatore italiano a Londra la scuola italiana è competitiva. Questo il fatto che desideriamo commentare. Noi non sappiamo che vita abbia fatto l’Ambasciatore Aragona quando è stato in Italia. Non sappiamo neanche quale scuola abbiano frequentato i suoi figli. Siamo sicuri però che non avranno frequentato una normale scuola statale italiana, magari del profondo sud dove non crediamo esistano strutture, professionalità e organizzazioni efficaci come nel Regno Unito. Anzi. Se non ci sbagliamo il suo cognome denota una provenienza meridionale, forse siciliana e messinese in particolare. Ne deduciamo che è possibile che abbia potuto mandare i sui figli in una scuola statale della città dello Stretto. In certe scuole secondarie statali meridionali il problema non è neanche quello della professionalità degli insegnanti o della didattica più o meno avanzata. No! A quelle latitudini il problema è addirittura di strutture perché ancora oggi tra il degrado e l’incapacità di costruire didattiche valoriali e culturalmente significative vi è il problema dei doppi e tripli turni in costruzioni edilizie che non hanno il minimo di decenza sul piano della sanità e del diritto allo studio. Altro che. Dunque, a Sua Eccellenza il dott. Aragona, chiediamo dove e come si è fatta l’idea che la scuola italiana funziona ed è credibile sul piano delle metodologie e della qualità dei contenuti? Su quali dati si basa l’analisi psico-pedagogica dell’Ambasciatore? Forse sui dati taroccati che gli passa il Ministero della P.I.? O sui sentito dire dei figli degli amici dei sui figli che hanno frequentato il “Massimo D’Azeglio” di Torino o il “Parini” di Milano? E poi, il Sig. Ambasciatore Aragona è o non è al corrente dei risultati dei test PISA proposti in tutta Europa con risultati eccellenti in decine di paesi europei (Finlandia al primo posto) mentre in Italia la classifica generale ci pone al trentottesimo posto, ovvero agli ultimi gradini? E si può affermare mai che essere agli ultimi posti vuol dire provenire da una scuola valida come Ella asserisce nella franca polemica che ha avuto con il giornale inglese? Oppure Sua Eccellenza finge di non sapere? La verità è che la scuola italiana è morta e defunta da lustri e i suoi carnefici sono stati proprio i suoi padroni, quella casta politica italiana nullafacente e improduttiva che ha avuto la responsabilità di gestire lo squallido carrozzone di Viale Trastevere, sede del Ministero della PI, per anni denunciato da pochi e validi ispettori centrali, come lo fu Armando che scrisse più di una volta sulla rivista Avio le inconsistenze dell'Amministrazione di quel tempo. Può avere qualche significato ricordare a Sua Eccellenza che a due passi da quel carrozzone di viale Trastevere ci sono tutte le sedi delle varie organizzazioni sindacali della scuola con le quali il Ministero inciucia sull’intera politica scolastica? A noi questa sembra più di una spiegazione. Il colossale inciucio tra sindacalismo scolastico connivente e amministrazione scolastica governata con criteri nepotistici dai vari governi di centrosinistra e di centrodestra sono per noi una valida spiegazione degli insuccessi della scuola italiana. D’altronde, da una scuola in cui il merito degli studenti e quello dei professori è considerato zero assoluto non c’è da aspettarsi nulla di buono. Un esempio per tutti. Può mai essere considerata seria una scuola che permette agli studenti di marinare le lezioni un giorno al mese sotto la voce Assemblea d’Istituto alla quale dovrebbero partecipare tutti gli studenti ma che nella realtà vede solo la presenza di un 5% soltanto di studenti che fanno finta di fare assemblea? E’ serio tutto questo? Al lettore il giudizio finale non prima di permettere ai curiosi un passo dell’intervista che Sua Eccellenza Aragona ha dato alla stampa italiana all’estero.
[…] Sig. Ambasciatore, ritiene che la politica estera del governo Berlusconi abbia avvicinato o allontanato l’Italia dalla Gran Bretagna? Da cosa ritiene che dipendano i pregiudizi della stampa anglo-sassone nei confronti del nostro governo o del nostro paese? Come potrebbe cambiare questa situazione?
“Sulla politica estera, il Governo Berlusconi nei confronti della Gran Bretagna, credo che obiettivamente, l’abbia avvicinato nel senso che negli ultimi anni ci sono stati una collaborazione ed un affiatamento particolarmente spiccati. Detto questo, voglio però anche osservare che Italia e Gran Bretagna hanno sempre avuto delle buone relazioni. In questi anni, esse sono diventate più strette ed è diventato anche più diretto il dialogo tra i due governi. Il problema della stampa invece è uno molto serio perché, effettivamente, l’immagine dell’Italia nella stampa inglese ma, purtroppo, spesso non solo inglese è un’immagine distorta.[...](Da “Pensiero Londinese”: intervista in esclusiva all’Ambasciatore d’Italia Giancarlo Aragona).
L'Ambasciatore per favore si pulisca gli occhiali e cerchi di vedere "obiettivamente" com'è la realtà: gli stranieri in generale e gli inglesi in particolare ci dicono fino alla noia che siamo un popolo simpatico (si veda la pizza, gli spaghetti, il mandolino e la voce di Pavarotti) governati da una casta di politici imbelli. E' questa la "vera verità" e non altri, caro il mio Ambasciatore!

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