giovedì 21 febbraio 2008

L’ex-democristiano De Mita sbatte la porta e lascia il PD.


Il fatto. L’On. Ciriaco De Mita, per quarantaquattro anni in Parlamento, eletto prima nella DC e successivamente con tutti i raggruppamenti cattolici centristi fino all’ultimo con la Margherita di Rutelli, lascia il partito democratico di Veltroni perché irritato con quest’ultimo che non lo vuole più nel nuovo PD.
La reazione. Dice De Mita di Veltroni: “vuole un partito personale. In lui c’è cinismo e non è il nuovo. Io sto con la democrazia”. Dichiarazione dura, dettata dall’amarezza e dal risentimento di essere stato escluso dalla ennesima legislatura che desiderava tanto per battere il record mondiale di longevità parlamentare.
L’opinione. Finalmente. Non se ne poteva più. Questo fossile irpino della Repubblica degli anni settanta, uno dei pochi telamoni rimasto sulla breccia politica, che si è ingrassato per lustri senza apportare nulla di buono alla comunità, alla fine va via. Era ora.
Il giudizio. Toglieva un posto ai giovani nel processo di rinnovamento della classe politica italiana, la più vecchia e arcaica al mondo. Stop. Un trombone, ecco cos’era questo residuato bellico. Un inservibile, superato, bacucco e presuntuoso trombone che finalmente lascia un posto al Parlamento a qualcun altro, giovane e disinteressato, che potrebbe dare di più. Dice che si è offeso e parla male di Veltroni. A noi i suoi sfoghi non interessano. Ci annoiano. Magari fosse stato sbattuto fuori prima. Non avremmo perduto nulla. Anzi!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Come si può non essere d'accordo con quanto dici su De Mita?

Support independent publishing: buy this book on Lulu.