giovedì 7 febbraio 2008

Ici e spazzatura: un legame virtuoso solo se lo si sa costruire.


Sembra che Roma e i romani inizino ad avere paura. Una paura che si fa sempre più palpabile e concreta, giorno dopo giorno. E’ la paura della monnezza. Ormai non si contano più gli episodi di nervosismo che i cittadini romani manifestano con continuità nei bar, nelle assemblee di condominio, sui tram e gli autobus. Insomma, sono tutti elementi reali e visibili di paura del “contagio napoletano” della spazzatura. Anche le autorità comunali cominciano a parlarne, non più sottovoce. Roma come Napoli? Sembra che titoli come questo inizino a fare capolino sulla stampa municipale, sui fogli di quartiere, nei giornalini locali. Complice di tutto è una certa sfiducia della gente nelle capacità degli amministratori capitolini che non riescono a convincere su questo fronte, sia per l’attuale grossolano gioco politico dovuto alle imminenti elezioni comunali con promesse da marinaio, sia per il colossale fiasco della raccolta differenziata dei rifiuti mostrata in tutti questi anni. Il Sindaco Veltroni è dimissionario per questioni di politica nazionale, in quanto la sua carica è incompatibile con quella di candidato premier. La gente inizia pertanto a percepire, sempre più, il problema spazzatura come possibile futura esplosione di inadeguatezze politiche senza controllo che i candidati a sindaco mostrano in modo inequivocabile. Non vogliamo entrare qui nelle motivazioni politiche. Ancora il tiro al piccione non si è manifestato in tutta la sua durezza. Lo sarà tra poco, durante le settimane della prossima campagna elettorale, che avvierà il meccanismo di individuazione delle responsabilità della monnezza campana a Napoli. Si tratta della più colossale, inefficiente, inefficace, inattendibile e strumentale politica ambientale effettuata dal principale responsabile del disastro territoriale italiano, l’attuale ineffabile ministro dimissionario dell’ambiente, il ciondolone Pecoraro Scanio, che nella sua inetta e dissennata corsa contraria alla costruzione di inceneritori di immondizia ha prodotto la irreversibile rovina della ex straordinaria e bella città di Napoli. Noi, a questo proposito, avremmo un proposta semplice, facile e non italiana via alla soluzione del problema. Si chiama “organizzazione gestionale”. In cosa consiste? Semplice. Ogni condominio dovrebbe ricevere dei sacchi per l’immondizia di diverso colore: giallo, verde, rosso, bianco e blu. Su ogni sacco di plastica resistente dovrebbe essere impresso un codice, come quello dei supermercati, che dovrebbe individuare il nome dell’amministratore del condominio e dell’ubicazione dell’immobile. L’amministratore, e solo lui, sarebbe il responsabile della gestione differenziata dei rifiuti. Egli dovrebbe individuare in ogni condominio il luogo dove stoccare i sacchi di immondizia nell’attesa che i camion della nettezza urbana venissero a prelevarli. Il legame virtuoso di cui nel titolo riguarderebbe la diminuzione dell'Ici su tutti gli immobili degli edifici nei quali il senso civico e la collaborazione dei cittadini evidenzierebbe una efficace partecipazione della comunità condominiale alla raccolta differenziata. L’amministratore avrebbe il dovere di fare una relazione scritta settimanale alle autorità comunali, a mo’ di verbale, con l’individuazione delle proposte di contravvenzione che dovrebbero essere effettuate dai vigili urbani e solo da essi sui condomini responsabili della infrazione e refrattari alla collaborazione. Bastone e carota sarebbe pertanto un binomio inscindibile del rapporto premio-punizione. Naturalmente le multe dovrebbero essere salate e pagate entro tempi brevi con possibilità di pignoramento di beni mobili e immobili degli incivili responsabili. Tempo sei mesi il problema non esisterebbe più. Provare per credere.

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