Desideriamo ritornare sulla penosa e squallida vicenda della telefonata che il Direttore di Rai Fiction, Agostino Saccà, ha fatto a Silvio Berlusconi in occasione della richiesta di quest'ultimo di fare dei favori nella scelta di alcune attricette in una fiction televisiva. Chiariamo subito che qui non ci interessa l'ex Presidente del Consiglio Berlusconi. Almeno in questo articolo il suo ruolo sarà nullo e non ci riguarda. Diciamo che l'interlocutore di Saccà poteva essere chiunque. Qui ci interessiamo a due aspetti della squallida vicenda. La prima riguarda il nostro stupore in merito al contenuto della telefonata. Mai e poi mai avremmo immaginato che qualche dirigente Rai avesse mai potuto fare un telefonata così "deferente" al Sig. Berlusconi come quella in oggetto. In altre parole, non pensavamo mai che potesse esistere un attore così bravo da usare al telefono un tono di conversazione, degli aggettivi, dei registri e tutta una serie di timbri vocali e di pause in grado di produrre, con maestria ineguagliabile, l'effetto adulatorio che ha conseguito in maniera brillante il calabrese Agostino Saccà, alto dirigente e ben pagato Rai. Ci domandiamo come sia stato possibile che un Signore che guadagna uno stipendio rilevante, con un giro di amicizie altolocate, con la prospettiva di produrre prodotti cinematografici e televisivi di alto valore culturale avesse potuto fare una telefonata di quel tenore che appare agli ascoltatori come un uomo servile da pochi soldi? Com'è stato possibile? Cosa è passato per la mente del Saccà in quei momenti? Possibile che amor proprio, dignità, decoro, fierezza, inflessibilità, per questo signore fossero doti inutili? Credeteci, cari lettori, che una situazione così vergognosa e imbarazzante non solo non l'avevamo mai provata, ma non credevamo neppure che potesse essere proposta nell'immaginario di una qualsiasi persona. Pertanto, stupore e rabbia sono state le sensazioni che abbiamo provato durante la conversazione registrata dalla magistratura. La seconda questione che desideriamo affrontare riguarda il ruolo del difensore dell'indagato a proposito del suo rinvio a giudizio. Leggete quello che abbiamo da dire perchè c'è da rabbrividire sul grado di falsità che un avvocato della difesa può inventarsi. Dice il legale del Saccà che la contestazione disciplinare dell'azienda radiotelevisiva è affetta da "inconsistenza del castello accusatorio" e che il suo assistito "non si è mai discostato da una esemplare osservanza delle norme giuridiche e deontologiche su cui si regge il rapporto fiduciario con l'azienda". Ripetiamo, "mai discostato". Una semplice riflessione su queste dichiarazioni. Ma come si possono dire delle menzogne del genere se si è ascoltata la registrazione della telefonata? Ma questi avvocati hanno ascoltato la conversazione o vogliono prendere in giro giudici e opinione pubblica? E se hanno ascoltato la telefonata si rendono conto di essere dei bugiardi quando affermano che il Saccà "non si è mai discostato da una esemplare osservanza delle norme giuridiche e deontologiche ...bla ... bla ...bla"? Cosa pensare di un dirigente di un’azienda che telefona al Capo dell’azienda avversaria e gli dice con servilismo che Lui colma il vuoto di personalità politica di rango che non c'è nel paese? Delle due l'una: o gli avvocati hanno ragione nell’affermare che il Saccà non ha commesso alcun atto contrario alla Rai e allora vuol dire che la telefonata del Saccà non era quella che abbiamo ascoltato noi in televisione, oppure gli avvocati sono dei mistificatori della verità, cioè coloro che vogliono imbrogliare i fatti in questo malaffare. Va bene che la difesa ha il diritto di difendere il proprio assistito come vuole, ma non è corretto fare apparire un’azione come se fosse al contrario di quella che è. Ricordando però le cose dette dall'avvocato Azzeccagarbugli a Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi del Manzoni, noi non abbiamo dubbi su quale delle due ipotesi sia quella vera. E voi avete dei dubbi?
sabato 12 gennaio 2008
Agostino Saccà e il "vuoto" colmato da Silvio Berlusconi nella famosa telefonata relativa alle suffragette della Rai.
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1 commento:
L'atteggiamento degli avvocati di Saccà si chiama negare l'evidenza, come la moglie che trova il marito a letto con un'altra e lui si difende dicendo:"Cara, non è come credi!" Loro ci tentano, poi si sa, in Italia si trova sempre qualche scappatoia per farla franca, no? E' l'ordinaria volgarità dei nostri scandali come la chiama Giorgio Bocca nel suo articolo sul Venerdì di Repubblica di questa settimana.Trovo comunque sbagliato non fare qualche riflessione anche sul comportamento dell'interlocutore di Saccà, essendo questi capo dell'opposizione, nonchè ex Presidente del Consiglio. Berlusconi dice esplicitamente che è in trattativa per "comprare" un senatore della Repubblica che in cambio gli chiederebbe una raccomandazione per la subrettina di turno, e questo non è vergognoso? Un'attricetta viene assunta in Rai e, per contro, cade un governo legittimamente eletto dagli italiani? Anna
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