lunedì 14 gennaio 2008

Gli scienziati contro la visita del Papa.


Un gruppo di docenti universitari romani si oppone alla visita di Papa Ratzinger in programma presso l'Università "La Sapienza" di Roma nei prossimi giorni. Alcune decine di "scienziati" che insegnano presso la locale Università si oppongono alla visita del Pontefice sostenendo pressappoco che il Papa è la stessa figura che da Cardinale aveva definito “equo e giusto” il processo a Galileo. Pertanto, non avrebbe i titoli per fare alcun intervento. Questo il fatto di oggi che vogliamo commentare velocemente perché, a nostro giudizio, il tema è un po' squallido nella pretesa arrogante di alcuni di impedire ad un altro di esprimere il proprio pensiero. Disapproviamo in pieno l'iniziativa degli oppositori del Papa per due ragioni. La prima perché non c’è alcun motivo per impedire al Pontefice, invitato dal Rettore, di parlare sul tema della pena di morte. Non si vede perché una persona invitata dal capo di un’istituzione scolastica a parlare su di un tema importante come l’abolizione della pena di morte non possa parlare, perché alcuni individui che lavorano nella stessa istituzione non lo vogliono. Se ammettessimo il principio che un relatore, sebbene invitato, per parlare dovesse avere l’unanimità dei consensi di tutti i docenti che in quella Università lavorano si arriverebbe all’assurdo che un semplice insegnante avrebbe più potere del Rettore della stessa Università che ha invitato l’oratore di turno. Ci si chiederebbe allora che senso avrebbe l’elezione di un Rettore che in quanto eletto rappresenta l’intera Università. Ai settanta “scienziati” che hanno scritto la lettera di protesta chiediamo a quale logica si sono ispirati nella loro azione di denuncia, a quella di Aristotele, a quella di Leibniz o a quella del compagno Stalin a cui molti dei settanta ancora oggi si ispirano?
La seconda ragione per cui disapproviamo l’iniziativa del gruppo dei cosiddetti “scienziati”, che sono in maggior parte fisici che fanno gli insegnanti universitari di ruolo, riguarda piccole faccenduole di politica e di sindacalismo. Questi baroni della cattedra, con il posto sicuro, con un orario di lavoro di appena otto ore settimanali, con una pensione di lusso superaccessoriata da prebende sindacal-politiche, con la maggioranza politica e numerica nel Consiglio di Rettorato hanno dimostrato di essere contrari alla libertà di pensiero, utilizzando proprio quella censura che è stata lo strumento privilegiato della Chiesa Cattolica nei secoli bui della nascita della scienza galileiana. Una bella contraddizione, tanto più grave perchè viene dai baroni della conoscenza scientifica che dovrebbero, viceversa, garantire quella pluralità delle posizioni e quelle differenze di punti di vista nel pensiero scientifico che stanno alla base del metodo galileiano. Proprio uno straordinario esempio di scienza antigalileiana e di “contro-epistemologia” della scienza. In questo momento, siamo sicuri che Galileo si sta rivoltando nella tomba.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Be', che Galileo si stia rivoltando nella tomba, non ci metterei proprio la mano sul fuoco. Comunque invitarlo è stato un errore. La Chiesa si intromette già abbastanza da sola nelle faccende dello Stato che non si sente alcun bisogno di incoraggiarla ulteriormente. Piero

Zeno ha detto...

Ciao Piero. Grazie del post.
Galileo non può rivoltarsi nella tomba per il semplice motivo che è deceduto nel lontano 1642. Qui hai ragione. Da quell'anno, nella sua tomba saranno rimasti qualche ciocca di capelli e un po' di scheletri. Scheletri di quelli veri, non di quelli che hanno nell'armadio il gruppetto dei firmatari "iperfisici" spaziali della Sapienza. Ma qui sta il bello. Con il loro marxistico approccio alla scienza, il gruppetto dei "superfisici" interplanetari (di Asor Rosa me ne infischio sonoramente che abbia messo la firma sul documento di protesta. Non vale! E' pensionato da un mucchio di anni e, quindi, è fuori dal corpo docente dell'Università) hanno mostrato i limiti della loro cultura: lo schierarsi per ideologia. In questo senso Galileo se fosse vivo si volterebbe dall'altra parte per vergognarsi di avere per seguaci questo genere di pseudo-scienziati alla Lisenko. La Chiesa Cattolica non sceglie questo genere di appuntamenti per intromettersi nelle faccende dello Stato. Lo fa in altre più succulenti tematiche, come l'otto per mille, il cinque per mille, i finanziamenti alle scuole private, l'immissione in ruolo dei docenti di IRC (Istruzione Religione Cattolica), ecc... E ci riesce bene. Sai perchè? Perchè ci sono gli Asor Rosa e tutto lo schieramento massimalista della sinistra e sinistrina che hanno fatto votare il paese nel 2002 con una valanga di voti a Berlusconi. E con gli Scanio, i Diliberto, i Giordano, i Boselli e tutta la pochezza politica del gruppetto di estrema sinistra Berlusconi alle prossime elezioni si è assicurato il prossimo quinquennio a Palazzo Chigi! Te capì?
Ti saluto e fatti sentire di nuovo. I tuoi interventi sono graditi.
Zeno

Anonimo ha detto...

Ciao Zeno,
approfitto del tuo invito a intervenire di nuovo per ricordare che, nell'elenco da te fatto delle intromissioni della Chiesa Cattolica nelle faccende dello Stato, mancano alcuni temi importantissimi : i Pacs (o Dico), l'eutanasia, la 194, la manipolazione delle cellule staminali (scienza allo stato puro!). Dal punto di vista etico la Chiesa ha tutto il diritto di dire la sua su questi temi, ma non può pretendere che ciò che ritiene essere peccato, necessariamente debba essere anche un reato. Il potere che la Chiesa esercita sui partiti è esagerato rispetto al reale consenso che trova nella società. Io concluderei dicendo che tutto 'sto casino alla Sapienza, il Papa se l'è cercato.

Anonimo ha detto...

Al Papa è stato detto “NO”.

Si aprono le porte a tutti! Gli stessi politici, benché di schieramenti opposti, si incontrano pubblicamente scambiando i propri punti di vista con garbo, ed estrema disponibilità.
Si aprono le porte delle carceri a delinquenti, mafiosi ed altre figure che si sono macchiati di crimini efferati, perché a detta degli stessi politici meritano dalla vita un’altra chance e, dalla società aiuto e comprensione.Per contro, uno degli Atenei universitari più autorevoli del nostro territorio italiano non ha consentito al Papa di accedervi con tutti gli onori che avrebbe meritato!
Giornalisti e mass-media affermano che abbia vinto il pensiero laico. Un quotidiano riporta un articolo così intitolato: “I docenti ribelli esultano”. “ Vittoria dell’autonomia”. Cosa temevano docenti e studenti?
Non credo che l’intento del Papa fosse quello di rapportarsi alla platea universitaria sciorinando, in qualità di profondo teologo qual è, una sequela di dogmi e divieti di fronte alle molteplici sfide lanciate dal mondo scientifico.
Questa totale chiusura mi trova indignata perché ritengo che alla stregua di Papa Giovanni Paolo II, profondamente innamorato dei giovani, anche l’attuale Papa volesse lasciare agli stessi una testimonianza di vicinanza e sincero interesse.Ma, quale ospite sgradito ha ritenuto opportuno ritirarsi in silenzio senza drammi e, soprattutto, nell’interesse della sicurezza pubblica. Non dimentichiamo che le figure più eminenti della scena politica e culturale del nostro tempo promuovono la “tolleranza” !
Ebbene, io affermo che tutti, ma proprio tutti, abbiano perso una rara occasione per conoscere da vicino un uomo che avrebbe potuto aprire nuovi orizzonti, fornire spunti di riflessione, mostrare interesse verso tematiche socio-economiche e non solo.
Gli uomini dei nostri tempi sono esseri strani! Percorrono il loro cammino trincerati dietro alle proprie idee, chiusi al confronto, al dialogo, incapaci di mettere da parte, fosse solo per qualche ora, rabbia e violenza al fine di aprirsi ad un incontro anche con il Santo Padre!
Ancora una volta trionfa la prepotenza e la maleducazione che raggiunge livelli sempre più allarmanti.
Marilina

Anonimo ha detto...

In un mio precedente commento ho fatto un elenchino delle "intromissioni" della Chiesa Cattolica negli affari dello Stato Italiano, tralasciandone una, molto importante : l'indulto. Fu proprio il Papa Giovanni Paolo II a chiedere, durante una sua visita al Parlamento italiano, di aprire le porte delle carceri, come testimonianza di perdono da parte della società nei confronti di chi aveva sbagliato, e di redenzione da parte di chi ne avrebbe usufruito. Se fosse vissuto ancora qualche anno, avrebbe potuto constatare personalmente i risultati di tanta indulgenza.
Ma ben altre sono le intromissioni che il prof. Marcello Cini e gli altri 70 docenti firmatari temono da parte della Chiesa, guidata da Benedetto XVI. Scrive il professor Cini : […] Fin dai tempi di Cartesio, si è addivenuti, per porre fine al conflitto fra conoscenza e fede, culminato con la condanna di Galileo da parte del Santo ufficio, a una spartizione di sfere di competenza tra l'Accademia e la Chiesa[…]. Appoggiando esplicitamente la cosiddetta teoria del Disegno Intelligente, Benedetto XVI, durante la sua nota lectio magistralis a Ratisbona, ha tentato di “ricondurre la scienza sotto la pseudo-razionalità dei dogmi della religione”, mettendo in discussione le teorie darwiniane.
Francamente, stando così le cose, anch’io fatico a immaginare quali nuovi orizzonti il Papa avrebbe potuto aprire con il suo mancato intervento alla Sapienza. Detto questo però, mi dissocio fortemente dalle carnevalate messe in piedi dagli studenti dell’Università e dai toni intolleranti con i quali Benedetto XVI è stato costretto a rinunciare alla sua visita. Non è stato un bello spettacolo vedere quei patetici striscioni tardo-sessantottini attaccati alle mura dell’ateneo! E tuttavia ritengo che il Pontefice farebbe meglio ad indirizzare i suoi sforzi verso quelle tematiche conflittuali all’interno della Chiesa, dando più ascolto alle voci che chiedono innovazioni, aprendosi al confronto e al dialogo con chi vorrebbe, ad esempio, una seria discussione sulla condizione del celibato dei preti. La Chiesa ha bisogno di una ventata di ossigeno per rigenerarsi, rinascere, altrimenti il rischio di diventare marginale nella nostra società è reale. La crisi delle vocazioni nel mondo occidentale è sintomatica, in tal senso, di questo malessere. Piero

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