domenica 27 gennaio 2008

L'ondivago Fini e la logica non certo aristotelica dei post-fascisti.

Søren Kierkegaard (nella figura a fianco) soleva dire che "la dimensione esistenziale dell'uomo è segnata dall'angoscia e dalla disperazione". Questa disperazione è la stessa di quella dell'attuale leader del PD Walter Veltroni che si trova solo nell'angolo, in forte difficoltà e impotente nel realizzare i suoi desiderata. Il perchè ha a che vedere con due fatti che lo interessano direttamente da vicino. Il primo riguarda il fatto che se si vota subito il leader del PD deve abbandonare immediatamente la sua poltrona di Sindaco di Roma e dimettersi. Lo prevede la legge elettorale. Il secondo riguarda il suo eccellente progetto politico di dare più responsabilità ai partiti costringendoli a presentarsi alle elezioni da soli e non in annacquate ammucchiate. L'impotenza di Veltroni sta nel fatto di non avere il potere di convincere gli "altri", tutti avversari. Tra questi ne spicca uno particolarmente insidioso e pericoloso: il leader di An, Gianfranco Fini. Dice Fini: "non c'è spazio per altri tentativi; dunque, elezioni subito". Quella del Segretario di An potrebbe sembrare una posizione politica chiara e, soprattutto, coerente. In fondo in fondo, il centrodestra con Berlusconi ha sempre detto che desiderava le elezioni anticipate. In realtà il comportamento di Fini la dice lunga sul suo cinismo politico, tipico modo di essere della evoluzione di un post-fascista. La verità è che la sua richiesta di elezioni anticipate è incoerente dal punto di vista logico, cinica dal punto di vista dell'interesse nazionale e strumentale perché cerca l’abbraccio materno del padre padrone Berlusconi fino all’altro ieri avversato. Ma perché il leader di An è incoerente? Per il semplice motivo che Fini prima ha fatto approvare la riforma elettorale berlusconiana (contraria alla preferenza). Successivamente, ha promosso le firme per il referendum (a favore della preferenza) che si oppone alla legge approvata con il suo voto. Adesso vuole andare alle urne per impedire lo svolgimento dello stesso referendum che egli ha proposto (a favore della preferenza) . Dov'è la coerenza in tutto questo percorso a zig zag? Diffidate gente, diffidate.

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