Gli ultimi due Ministri degli Esteri del Governo italiano sono due nomi pesanti della politica italiana. Si tratta di due figure di prestigio che mettono soggezione e spesso incutono riguardo. Entrambi leader di due grossi partiti, hanno molto in comune nonostante la loro visione del mondo sia molto differente. Il primo, uscito in pratica indenne dallo sconvolgimento della Prima Repubblica, nonostante alcune disavventure nel rapporto partito-banche e dopo la sua negativa esperienza maturata da Primo Ministro alla fine del millennio trascorso, è diventato più discreto, guardingo, lavora nell’ombra e, nonostante abbia una carica tra le più importanti del governo attuale, non si vede spesso in TV o sui media. Rilascia poche interviste. Quando lo fa, parla in modo mirato, evita di dare giudizi netti, sfuma spesso il pensiero, va frequentemente all’estero e sembra apparentemente disinteressato alle polemiche casalinghe. Un politico scaltro, non di "primo pelo", insomma. Il secondo, alla stregua del primo, da Ministro degli Esteri ha seguito lo stesso profilo. Fuori dai confini nazionali ha dato di sé un’immagine sempre positiva, mostrando ovunque sorrisi, dispensando strette di mano e spesso disponibilità al confronto. Dunque, si direbbe due figure che hanno operato bene e hanno dato lustro al Paese. E’ proprio così? Siamo proprio sicuri che questa è la fotografia reale dei risultati conseguiti dalla coppia di abili e potenti uomini di partito a capo del Ministero degli Esteri? Apparentemente il quadro delineato sopra sembra dare conferme delle note positive che li riguardano. Eppure … eppure c’è qualcosa che a nostro parere non va. Con questa analisi alquanto superficiale, ci sembra che ci sia sotto il tentativo di sottrarsi a un giudizio più approfondito e di sviare esami più completi. Noi abbiamo questa sensazione e crediamo di avere delle riserve. Ci chiediamo, per esempio, cosa in concreto i due abbiano fatto per il Paese in dieci anni di scena politica ministeriale. Di là dalle strette di mano con alcuni leader internazionali i due non sono stati in grado di migliorare i rapporti di collaborazione e di amicizia con molte nazioni e non sono stati in grado di creare nulla di solido nelle relazioni internazionali dell’Italia con i paesi vicini, né con quelli lontani. Con i paesi limitrofi, per esempio, non è stato firmato alcun accordo di collaborazione per il miglioramento delle relazioni bilaterali. Non è stato firmato alcun accordo per migliorare né la cooperazione economica, né le relazioni industriali. Niente nel campo finanziario, nulla nella cooperazione culturale e, soprattutto, zero nella politica linguistica. Niente accordi con Francia, Spagna, Svizzera, Austria, Slovenia, Croazia. Lo dimostrano il nostro isolamento internazionale e la nostra pochezza politica. Niente di niente con i paesi del Nord Africa in generale e mediterranei in particolare come l’Egitto. Nulla con la Turchia. Pochissimo o forse niente con i soliti indecenti giri turistici nel deserto alla tenda di Gheddafi o in Palestina con le frange più estremiste dei palestinesi. Decine di missioni di militari italiani, finanziati con le nostre tasse, nei Balcani e nel Medio-Oriente non hanno prodotto alcun progetto concreto e visibile di miglioramento delle relazioni. Anzi, al contrario. Quando hanno aperto bocca hanno scatenato polemiche come con gli Sloveni e i Croati con l’allora Ministro degli Esteri Fini e con Israele e la Turchia con l’attuale D’Alema. E allora, dove sta la tanta sbandierata bravura della coppia di politici, capi partito, di sinistra e di destra? Noi crediamo che nel migliore dei casi si sia trattato di due “ottime mediocrità” del paese. Un po’ poco, no?
sabato 19 gennaio 2008
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2 commenti:
A proposito di Fini. Te lo ricordi quando raccoglieva le firme per il referendum per cambiare la legge elettorale? Be', adesso vuole votare subito, anche con la porcellum, non gliene importa più niente. Se Prodi non dovesse farcela, sarebbe più coerente da parte sua appoggiare un "governo per le riforme" che duri qualche mese e poi si vota dando la possibilità ai cittadini di scegliere i candidati. Ma noi non contiamo più niente, ci trattano come dei deficienti smemorati.
Ce lo ricordiamo tutti. Purtroppo. Il Sig. Fini non è diverso dagli altri politici italiani. Quando sente odore di incarico di Ministro degli Esteri improvvisamente cambia tono. Gli occhi gli divengono piccoli e lucidi; le labbra si serrano e il suo stomaco è capace di digerire montagne di spazzatura napoletana al solo pensiero di riavere quella poltrona che è attualmente del suo antagonista D'Alema. E' il destino di noi tutti italiani quello di doverci sorbire questi uomini. Non possiamo neanche dire "ha da passà a nuttata" perchè qui le giornate sono diventate peggio che al polo nord: sei mesi di buio e altri sei mesi senza luce. Il referendum l'ha sepolto sotto la calotta polare. Ahi. Poveri noi!
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