giovedì 3 gennaio 2008

La spazzatura a Napoli come in "Aspettando Godot".



Napoli. Campania. Italia. E' di scena un'opera teatrale di tipo beckettiano. Ci ricorda il senso del dramma della vita che va in scena nella città partenopea, come nelle migliori opere teatrali di Beckett, "Aspettando Godot" e "Finale di partita". Come spiegare d'altronde le ragioni di un evento che riguarda la spazzatura come dramma di vita quotidiana se non si tenta un'operazione di analogia e modelli dal teatro? Cos'è la presenza della spazzatura nelle vie di Napoli se non un'opera teatrale di forte realismo e impatto psicologico che tanto ci ricorda Samuel Beckett? Novelli Estragone e Vladimiro, i due attori principali dell'opera di Beckett sono i due amici che si muovono in maniera guardinga e circospetta sul palcoscenico, ovvero il Sindaco di Napoli, l'insulsa Rosa Russo Jervolino, e la macchietta Antonio Bassolino, Presidente della Regione Campania. Ecco il colloquio:
JERVOLINO Puliamo la città dalla spazzatura?
BASSOLINO Non si può.
JERVOLINO Perchè?
BASSOLINO Aspettiamo che la spazzatura non aumenti.
JERVOLINO Sei sicuro che non sta aumentando?
BASSOLINO Cosa?
JERVOLINO Che è necessario che non ci sia.
Un dramma. Un autentico dramma che sconfina nella farsa. In fondo, è questa la vera natura dell'evento napoletano che fa vergognare anche chi ha amato Napoli da sempre. La consapevolezza della sconfitta. Facciamo fatica a credere che un siffatto evento possa addiritura esistere in una società che si definisce moderna e civile. Il Sindaco di Napoli e il Presidente della Regione Campania sono in questa vicenda due simpatiche maschere popolari che hanno responsabilità infinite. Tutta una classe politica napoletana che fa finta di non vedere la vergogna di una calamità che non doveva mai iniziare ha peccato in maniera gigantesca. Di chi la colpa? Potremmo elencare vari fattori: l'inciviltà di un intero popolo, ormai incapace di vivere i tempi moderni che prevedono sfide globali, altro che posto fisso; la bella vita voluta dai napoletani per condurre un'esistenza al di sopra delle proprie e altrui possibilità; la presa di posizione ideologica del Ministro dell'Ambiente il verde Pecoraro Scanio che ha impedito sistematicamente la costruzione di un termovalorizzatore col quale smaltire "a monnezza"; il buonismo di una società meridionale che accetta il degrado e rifiuta le regole; il sudiciume politico che è connivente con la malavita camorristica; un'idea della napoletanità che è fonte di confusione e sinonimo di assistenzialismo. E potremmo continuare per molto. Samuel Beckett nel suo teatro drammatico "in cui tutto è distrutto senza saperlo, in cui l'umanità continua a vegetare dopo che sono accadute cose a cui in verità non possono sopravvivere nemmeno i sopravvissuti" diventa qui colui che ci può spiegare i fatti in modo ineccepibile. Non c'è più posto nella tragedia napoletana della spazzatura per la politica. La spazzatura a Napoli non è solo l'incuria e l'incapacità dell'intera classe politica napoletana. No. E' soprattutto, e anche, un fatto disumano che propone una realtà degradata e in via di definitiva dissoluzione. Mentre i cumuli di spazzatura vengono dati alle fiamme, nella Piazza principale di Napoli passeggiano ineffabili il Sindaco Jervolino e il Presidente della Regione Bassolino come in una vecchia commedia di Eduardo: "ha da passà a nuttata" si dicono reciprocamente!

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