lunedì 14 gennaio 2008

Ecco l'ipotesi che il Vaticano desiderava da quasi 500 anni.


Era il 31 ottobre del 1517 quando l’agostiniano monaco Martin Lutero affisse alla porta della chiesa di Wittemberg il famoso documento contenente le 95 «tesi» contro le indulgenze. La ragione di questo inizio di articolo è da ricercare nel fatto che sui quotidiani di questi giorni è uscita una notizia, a nostro parere molto importante, che interessa molto la Chiesa Cattolica. Si tratta di una intervista rilasciata dallo storico Andreas Wirsching al giornale tedesco «Der Spiegel», nella quale lo storico di Heidelberg sostiene la tesi che a favorire l'ascesa al potere di Hitler fu la religione luterana. Capite subito le notevoli implicazioni che questa tesi potrebbe avere. E cioè, che la Riforma cosiddetta protestante è stata un errore colossale perchè ha prodotto, come conseguenza della "infausta decisione" di Lutero l’infamante scempio nazista. Non basta. La tesi implica anche che il grande Martin Lutero con le sue 95 tesi aveva torto marcio. Disse Lutero che : ”[…] In secondo luogo non tollero che il papa stabilisce, compie e dispone; voglio accettarlo solo dopo averlo giudicato secondo la Sacra Scrittura. Per me egli deve restare sottoposto a Cristo e lasciarsi guidare dalla Sacra Scrittura. […] In caso contrario egli non sarà per me né papa né cristiano; e chi non vuole ammetterlo faccia pure di lui un idolo. Io per me non intendo venerarlo”. Cioè, il luteranesimo e la sua critica al papato, elemento di spicco della teologia tedesca, hanno creato le premesse per gli errori che il popolo tedesco commise nel permettere al nazismo di prendere il potere. Il fatto è, ecco la novità, che le idee luterane erano sbagliate in partenza, come aveva sempre sostenuto il Papa cattolico di Roma. Dunque, in termini calcistici odierni si potrebbe dire che la Controriforma batte la Riforma per 1-0. Paradossalmente siamo dell’avviso che l’evidente vittoria papalina contro il suo vecchio concittadino eretico, abbia prodotto nei vertici cattolici romani una estrema cautela nel non commentare il fatto. Pensiamo che non sarà facile trovare ufficialmente dei commenti su questa vicenda, tutta giocata in casa tedesca. Diciamo la verità: non capita tutti i giorni un piatto così ghiotto che entra in modo pesante, in gergo calcistico si dice “a gamba tesa” nel derby tutto tedesco, nella lunghissima querelle legata a secoli di polemiche e di reciproche incomprensioni tra riformatori e antiriformatori. Cosa dire di questa autentica notizia sensazionale? La risposta immediata è quella di andarci piano. In queste dispute, alla fine, quello che conta non è umiliare l'avversario con una netta presa di posizione. Quello che conta è far digerire il rospo all'avversario lentamente, fermo restando il fatto che l'argomento teologico è sempre pieno di insidie. Diciamo che la vendetta è un piatto freddo che si gusta lentamente. Ma ritorniamo ai fatti. Lo storico Andreas Wirsching afferma che ci sono prove e fatti considerevoli che il luteranesimo e la specificità teologica tedesca, veri protagonisti della continuità religiosa in Germania, produssero il liquido amniotico nel quale si realizzarono le idee naziste di superiorità della razza ariana. Wirsching afferma di avere analizzato la mappa delle elezioni politiche del voto del 1932. Fa notare che nel sud cattolico della Germania il voto pro-Hitler si fermò al 19%, mentre nel nord luterano superò la soglia del 50%, producendo quella media nazionale del 37% che permise al dittatore di forzare la mano e prendere il potere. Suggestioni pro-Ratzinger? Rivincita dei lander sudisti dei Cristiano Sociali ai danni dei socialisti tedeschi? Tentativo poco garbato di dare una mano alla sinistra tedesca in difficoltà d'immagine contro la Merkel? Fatto sta che la tesi wirschinghiana a noi sembra sostenibile. Come si può non accettare l'idea dei numeri come elementi di prova in una disputa tra ipotesi e teorie contrapposte? Certo, se l'esito delle votazioni del '32 fosse stato al contrario si sarebbe potuto sostenere la tesi opposta. E cioè, che a dare man forte e sostegno ideologico al Fuhrer nella sua avanzata dittatoriale fosse stata la Chiesa papista di Roma e non quella luterana. Meno male che le cose andarono al contrario. Ancora una volta un miracolo elettorale ha salvato la Chiesa di Roma. Dureranno ancora questi miracoli o siamo "prigionieri" di una Chiesa sempre più vincente?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il dibattito sulle responsabilità dei tedeschi nell'aver favorito l'avvento del nazismo in Germania, con tutte le note e nefaste conseguenze non solo per quel paese ma per l'Europa e il mondo intero, dura da più di cinquant'anni. L'intervista rilasciata a der Spiegel dallo storico Wirsching dimostra quanto il tema sia ancora profondamente sentito in Germania (si pensi alle sconvolgenti, seppure tardive, rivelazioni dello scrittore Günther Grass di aver avuto trascorsi nazisti in gioventù ). Sulle colpe dei tedeschi sono stati versati fiumi d'inchiostro; si è perfino parlato di una "colpa collettiva" che macchierebbe per l'eternità la nazione germanica. Certo, se il tema della colpa collettiva è da respingere, non si possono negare le responsabilità colpevoli di quanti, singoli o gruppi, nulla fecero per opporsi al Male, ma anzi vi presero parte attiva. Non c'è dubbio alcuno sulla tremenda responsabilità delle chiese riformate nell'appoggio massiccio fornito al nazismo. Si pensi all'aberrazione dei famigerati Deutsche Christen (in pratica, cristiani nazisti!), movimenti benedetti dalle gerarchie evangeliche, che ritenevano legittimo affiancare la croce uncinata a quella di Cristo. Si può ben dire che la concezione luterana dell'obbedienza incondizionata all'autorità (Fürhenprinzip) fu fatale per gli evangelici, anche se vi furono casi (pochi!) di opposizione aperta a Hitler (un nome per tutti: Bonhöffer). Di gran lunga meno compromessa fu la posizione dei cattolici, anche se non furono pochi quelli che aderirono alle Schutzstaffel SS. Particolarmente amare sull'apatia e indifferenza dei suoi compatrioti nel contrastare la nascente dittatura suonano le parole del pastore evangelico Niemöller (internato nel 1937 a Dachau per aver pronunciato un sermone contro Hiltler):

"Prima vennero per i comunisti, e io non dissi nulla perché non ero comunista. Poi vennero per i socialdemocratici io non dissi nulla perché non ero socialdemocratico. Poi vennero per i sindacalisti, e io non dissi nulla perché non ero sindacalista. Poi vennero per gli ebrei, e io non dissi nulla perché non ero ebreo. Poi vennero per i cattolici, e io non dissi nulla, perché non ero cattolico. Poi vennero a prendere me. E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa".
Oblomov

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