Il ritiro dei militari dall’Iraq, il principio di non contraddizione e la piacevole sorpresa della liberazione degli ostaggi.
Su come siano andati realmente i fatti relativi alla liberazione degli ostaggi, le fonti militari sono state finora avare di informazioni. Tuttavia, se è vero come sembra che la liberazione dei tre ostaggi italiani è il frutto di un’azione congiunta di militari della coalizione, vuol dire che il contingente militare italiano è stato, direttamente o indirettamente, importante nella liberazione. Ci si chiede con molto imbarazzo se tutti i militari italiani fossero stati ritirati dal suolo iracheno precipitosamente, come ha fatto il governo spagnolo con i propri soldati e come richiesto dalle forze politiche dell’intero schieramento di sinistra, quale sarebbe stata l’efficacia dell’azione militare? Gli ostaggi sarebbero stati liberati? Probabilmente non si sarebbe potuto raggiungere lo scopo della liberazione. Il disagio diventa turbamento quando ci si chiede se anche i militari polacchi fossero stati ritirati insieme agli italiani, così come richiesto dalle stesse forze della sinistra politica italiana. Le difficoltà a liberare gli ostaggi sarebbero state fuor di misura e, dunque, più evidenti se anche i militari di altri contingenti fossero stati ritirati dal suolo iracheno. Ci si chiede, a dir il vero con molta perplessità, chi avrebbe potuto liberare a questo punto le persone rapite? E’ evidente che se gli ostaggi sono adesso liberi lo si deve anche al mancato rientro del contingente italiano che non è stato ritirato dall’Iraq. Non so come questa contraddizione di aristotelica memoria, tra il successo dell’azione militare da una parte e la richiesta del ritiro del contingente dall’altra, possa apparire agli occhi e alle orecchie dei politici di sinistra. Certo, i familiari degli ostaggi e la logica del ragionamento non avrebbero mai perdonato la fuga dal suolo iracheno di coloro che sono stati i coautori del successo. Noi continuiamo a non comprendere la irragionevole, infelice e incoerente decisione della richiesta del ritiro dei militari italiani presa dai rappresentanti di un centro-sinistra che, in questa vicenda, ci è sembrata più che una coalizione di futura maggioranza nel paese, un’armata brancaleone. Ma chi glielo ha fatto fare al triciclo di abbracciare con impaccio un’idea infausta che sta portando lo schieramento riformista di centro-sinistra in un vicolo senza uscita? E se la liberazione fosse addirittura conseguenza del nuovo clima politico che si sta instaurando in Iraq anche alla luce della nuova risoluzione dell’ONU? Che lezione trarre dalla liberazione dei nostri connazionali? Riconosciamolo: l’ammucchiata con i “rifondaroli” dell’estrema sinistra è stata un disastro.
mercoledì 9 giugno 2004
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