mercoledì 16 giugno 2004

Una nazionale di calcio piena di bellimbusti e un sistema bancario che mortifica i cittadini italiani.

E' difficile trovare una ragione per parlare bene dello sport preferito dagli italiani: il calcio. Tuttavia, una motivazione era rimasta. Ci si riferisce al piacere di poter gridare goal in una manifestazione internazionale, oppure alla soddisfazione di poter assistere a delle belle partite con la squadra in grado di giocare bene le sue possibilità atletiche. Non per nulla i giocatori sono pagati molto, troppo, in misura addirittura spropositata. Dopo la prima partita agli europei contro la Danimarca, di motivi non ne sono rimasti più neanche uno. Si tratta dell'ennesima conferma di quanto questo sport in Italia non valga più la pena di seguirlo. Sapevamo degli scandali, della presenza di dirigenti incapaci, delle partite truccate, del tifo violento, dei calciatori che prendono droghe, delle società che truffano il fisco. Ma di un calcio che ci ha fatto vergognare per le inverosimili giustificazioni rese dai giocatori e dal loro commissario tecnico sulla penosa partita giocata l'altro ieri contro i danesi nessuno ne aveva avuto prima il sospetto. Ma il fatto più sgradevole è stato un altro. Candidamente, in televisione, alcuni giocatori hanno prima tentato di scaricare la responsabilità alla pessima qualità delle scarpe date loro dagli sponsor. Successivamente, hanno ammesso di non avere avuto le idee chiare su come giocare la partita. “Nessuno sapeva e, comunque, c’era molta confusione se si doveva andare avanti e attaccare, oppure ritirarsi e difendere la palla“. Come dire che si sono sentiti dei dilettanti. E allora perché un dilettante deve guadagnare addirittura più di un professionista? Misteri delle cose italiane. Ma non finisce qui, perché a questo proposito viene in mente una'nalogia curiosa che è interessante offrire alla riflessione di chi legge. Si tratta di mettere a confronto due notizie che richiamano alla mente due mondi, due concezioni della vita, ma nello stesso tempo una sola realtà: il monopolio e la super protezione dei propri interessi. Apparentemente diverse le due notizie sono accomunate da una stessa filosofia, da uno stesso quadro di prospettiva di vita e riguardano da un lato il mondo del calcio con i suoi ricchi e super pagati calciatori e dall’altra le super protette banche nazionali, dirette magistralmente dagli ineffabili Presidente e Direttore Generale dell’Associazione bancaria italiana. Dei primi abbiamo già detto. Dei secondi diciamo che quest’anno le statistiche dicono che il sistema bancario italiano è riuscito a guadagnare più degli altri anni, con un incremento netto di guadagno che ha superato le più rosee previsioni. Anche qui vi è un fatto penoso da evidenziare. Mentre il popolo dei piccoli risparmiatori si è visto letteralmente scippare i propri risparmi nei vari crack finanziari e i pensionati e i lavoratori dipendenti non sono riusciti a difendere il potere di acquisto delle loro retribuzioni, le banche si sono ingrassate e, a quanto pare, di molto. Non solo. L’Unione Europea ha minacciato una procedura di infrazione contro la Banca d’Italia, titolare dell’obbligo del controllo, perché non ha costretto le varie banche nazionali a rispettare i vincoli europei della norma sui costi dei bonifici nazionali ed esteri. Come dire che alle banche tutto è permesso. E allora perché al sistema delle banche nazionali è permesso quello che agli altri è vietato? Ma la cosa più incomprensibile è un’altra ancora. Mentre i ricchi super premiati dirigenti delle banche ingrossano il loro già sostanzioso conto corrente, “in loro aiuto” sta intervenendo il Presidente del Consiglio, il quale insiste sul fatto che è necessario ridurre le tasse soprattutto ai ricchi che posseggono un reddito elevato. A detta del premier Berlusconi, sono costoro che possono rimettere in moto la disastrata economia nazionale, il cui commercio langue proprio perché non sono più ripartiti i consumi. Di grazia, di quali consumi stiamo parlando? Del latte, del pane e dei medicinali che sono necessari alla povera gente per sopravvivere, oppure dei lussuosi superyacht che permettono meglio agli imbellettati dirigenti delle nostre banche di fare una vacanza più rilassante? Chi permetterà ai pensionati e ai disoccupati di sopravvivere? Anche qui, misteri italiani.

Nessun commento:

Support independent publishing: buy this book on Lulu.