giovedì 24 giugno 2004

Questione di piedi.

Ai recenti campionati di calcio europei, le squadre italiana, spagnola e tedesca sono state eliminate al primo turno. Giusto. Hanno giocato male. Dunque, era prevedibile che finisse così. Ciò che non era stato previsto, tuttavia, sono state le polemiche sorte a proposito di questi risultati negativi. Il fatto generale è, comunque, un altro. Le tifoserie delle sedici squadre finaliste, al di là delle differenze di lingua e di cucina, hanno mostrato una sorprendente omogeneità di comportamenti in negativo, confermando che ormai l’unità europea, almeno in questo campo, è realizzata in modo assolutamente perfetta. Sputi in campo ed eccessi di collera fuori campo, recriminazioni e reciproche accuse di giocatori, allenatori, dirigenti e tifosi, cattiverie di giornalisti e commentatori sorprendentemente faziosi e di parte, tifosi violenti a tutte le latitudini. Insomma, un vero e proprio stato confusionale collettivo. Mi chiedo, perché tutto questo solo nel calcio? L’unica risposta che mi viene in mente è perché forse è una questione di piedi. A furia di tirare pedate, si impara a “tirar calci” agli altri, che non è propriamente una sana attività da educande. D’altronde, quando si vuole offendere una persona e trattarla male non si dice, con molta volgarità, sto per “prenderti a calci” nel sedere? Sport di manine, sport di signorine. Sport di piedoni, sport di cialtroni. O no?

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