Montezemolo e il cumulo delle cariche.
Quando abbiamo saputo che il Presidente della Ferrari è stato eletto Presidente della Confindustria molti di noi abbiamo avuto qualche perplessità. Per forza di cose, due cariche sono molto più impegnative di una. Non che il neoeletto non è all’altezza di governare la prestigiosa istituzione, ma che avremmo preferito che rimanesse coinvolto a pieno tempo alla sola Ferrari. Squadra che vince non si cambia. I successi della scuderia di Maranello si possono addebitare per buona parte alla continuità e alla regolare attenzione che Montezemolo ha sempre dedicato a questo prestigioso gioiello dell’industria italiana. Dunque, a malincuore, avevamo accettato lo sdoppiamento, convinti che sarebbe stato meglio se avessero eletto qualcun altro alla carica di Presidente della Confindustria. Ieri il panico. Gli organi di informazione ci hanno informato che Montezemolo è stato nominato dalla famiglia Agnelli a Presidente della Fiat. Sconcerto e meraviglia sono state le reazioni del popolo della Ferrari e degli italiani. Come farà adesso a reggere le sorti non di due, ma di ben tre complesse, importanti e faticose organizzazioni come quelle in cui si ritrova Presidente? Ce la farà? Sarebbe stato bello se fosse stato possibile creare tre Montezemoli: uno per la Ferrari, uno per la Confindustria e uno per la Fiat. Mi permetto di dare un modesto consiglio al nuovo Presidente della Fiat. Per migliorare i risultati dell’Azienda automobilistica di Torino punti decisamente sulla qualità delle autovetture. E’ quello il tallone di Achille della Fiat. Dieci anni fa ho comprato una macchina dell’azienda torinese. In dieci anni i difetti di questa autovettura sono stati circa dieci al quadrato, ovvero cento! Ho tratto un’immagine terribilmente negativa di questo fatto. L’ho considerata una sciagura per le mie tasche e per la quantità di tempo che ho dovuto sprecare per inseguire meccanici, carrozzieri, elettrauto, gommisti, carburatoristi e chi più ne ha più ne metta. Non comprerò mai più una macchina della famiglia Agnelli in tutta la mia vita. Questi Signori della Fiat, più che "capitani d’industria" mi sono sembrati "dilettanti d’industria".
martedì 1 giugno 2004
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