giovedì 10 giugno 2004

Risposta alla lettera elettorale del dott. Berlusconi.

 «Egregio dott. Berlusconi,

qualche giorno fa ho ricevuto la lettera elettorale che Ella ha inviato a tutti i cittadini italiani. In essa è contenuta la richiesta di darLe il mio voto alle prossime elezioni europee. Per ragioni dovute alla stanchezza e alla fatica di un duro periodo di lavoro la mia risposta alla Sua cortese missiva sarà breve. So che Ella è un instancabile lavoratore, ma neanche io scherzo. Siamo entrambi “impiegati statali”, con la non piccola differenza che Ella frequenta salotti televisivi con aria condizionata e ville con piscine mentre io vivo quotidianamente nella polvere di una vecchia scuola che è senza marmi, velluti e damaschi, a perenne contatto con i problemi complessi e delicati di centinaia di giovani e delle loro famiglie. Famiglie che, a causa della politica del Suo governo, sono costrette a fare i salti mortali per far frequentare proficuamente ai propri figli la scuola statale. Parliamo della stessa scuola statale che Ella, insieme al Suo ineffabile Ministro della Pubblica Istruzione, state demolendo, giorno per giorno, dopo che i suoi predecessori politici di centrosinistra (ricorda l'On. Luigi Berlinguer?) ne avevano minato in modo inarrestabile le fondamenta. Da questo punto di vista entrambi gli schieramenti politici di centrodestra e di centrosinistra avete avuto la stessa brillante idea: quella di dequalificare una scuola che fino a qualche decennio fa era un gioiello del nostro paese. Complimenti per l’eccellente lavoro che siete stati in grado di realizzare insieme. Continuate così, che tra qualche decennio dalla scuola italiana saranno usciti più somari di tutti quelli che hanno visto la luce nelle campagne italiane dall’inizio dell’Unità d’Italia ad oggi. E veniamo ai problemi relativi alla lettera. Lei mi ha scritto belle parole, dicendomi che tre anni fa mi aveva inviato una analoga missiva e che adesso mi chiede, come allora, di nuovo il voto. Le confido che alle elezioni che Le hanno consentito di sedere sulla poltrona che attualmente occupa, io ho votato per il Suo raggruppamento politico. Le ragioni per le quali a quel tempo io feci quella scelta però non coincidono con quelle da Lei evidenziate nella lettera. No! Nel 2001, io votai per il centro-destra per tutt’altri motivi, dovuti in piccolissima parte alla proposta elettorale che Ella fece a suo tempo ma, soprattutto, per punire elettoralmente il centrosinistra che aveva lavorato bene solo all’inizio con il presidente Prodi, ma aveva continuato male con i suoi successori. Devo dire, peraltro, che il centrosinistra allo stato attuale credo che non abbia ancora appreso per benino la lezione. Ma questa è un'altra faccenda. Adesso il problema è diverso. In queste elezioni non devo punire nessuno. Devo solo individuare quale partito, di quale raggruppamento parlamentare, propone una politica europeista che maggiormente si sintonizza sui miei ideali di Unione Europea. Da quel po' che ho potuto capire, la informo che noi due abbiamo un’idea di Europa molto diversa. Io sono profondamente contrario a un’Europa annacquata, a un’Europa delle Nazioni, a un’Europa delle vetrine che deve rimanere solo un confine geografico. Dunque, Le anticipo che Lei non avrà il mio voto. La informo, altresì, di fare molta attenzione nei due anni rimanenti alle prossime elezioni politiche, perché è dall’inizio del Suo mandato che prendo appunti sulle leggi e sui punti del Suo programma che vengono o meno realizzati. Annoto con pignoleria da una parte del quaderno le leggi e i provvedimenti che considero intelligenti e positivi, mentre scrivo sull'altra parte quelli che mi sono sembrati sbagliati e dunque negativi per l'Italia, realizzati peraltro mediante leggi inqualificabili e inaccettabili. Ebbene, per la precisione, La informo che attualmente siamo otto a ventisette. Se la sproporzione rimarrà tale fra due anni, dopo aver fatto una somma algebrica, sarà chiaro il perché non la voterò di nuovo. Ancora è in tempo. Per favore non faccia più leggi ad personam come quella delle rogatorie internazionali che fanno pena. Mi consenta, per il Suo bene, cambi rotta. Non faccia come Totò con il suo "votantonio". Ah! Dimenticavo. Dica al Suo Ministro del Tesoro che la smetta di insistere su questa questione dell'euro responsabile di tutti i mali dell'economia italiana. Capirà che le favole possono nuocere moltissimo, soprattutto quando vengono dette da un Ministro che commette delle imperdonabili scorrettezze ai danni degli onesti lavoratori, cancellando gli effetti di una legge che prevedeva degli impegni presi in Parlamento (art.16 della legge n.448 del 2001). Concludo, informandola che per queste elezioni europee per il Suo programma e per il Suo partito non c’è né il mio apprezzamento, né il mio voto. Cordialmente.»

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