venerdì 19 ottobre 2012

I politici cambieranno solo se saranno costretti a cambiare.


Se la politica diventa "rottamazione si o no", oppure se il nome del nuovo partito di Berlusconi si deve chiamare "Fratelli d'Italia si o no” vuol dire che siamo combinati veramente male. Di giorno in giorno media e politici mostrano di avere perduto la bussola e il senso della misura. Si osserva a destra e a manca una impietosa incapacità di parlare di politica vera, di fatti politici autentici, evitando teatrini, linguaggi inutili e polemiche superflue. C'è da rimanere desolati davanti a un simile spettacolo di pochezza. E questi sono stati i politici (di centrosinistra e di centrodestra) che ci hanno governato e infinocchiato negli ultimi vent'anni? Da non credere. Ma quando apparirà all'orizzonte uno, uno solo tra sessanta milioni di italiani, che sia un politico vero, che parli alla gente come parlerebbe un buon padre di famiglia, che si preoccupi più del futuro che del presente? Quando apparirà sulla scena un vero politico che parlerà con lungimiranza di problemi veri, reali, di come si dovranno fare per esempio i pochi investimenti mirati nei prossimi anni per programmare al meglio la futura società italiana dei prossimi trent'anni? Quando costui inviterà gli italiani a riflettere sulle scelte di politica energetica o sanitaria o scolastica o ambientale dell'Italia per i prossimi trent'anni? Quando un vero politico ci dirà che è più importante parlare del futuro, degli investimenti per i lustri che ci attendono, del fatto che uno Stato non può spendere più di quanto incassa ogni anno. Quando? Perché abbiamo la sfortuna di vivere in un paese in cui i politici non parlano di valori, di onestà nella cosa pubblica, di etica della politica, di combattere realmente violenza e criminalità e di costringere tutti gli italiani a pagare le tasse? Noi ancora non abbiamo perso la speranza. Ma è necessario che non la perdano tutti gli italiani onesti e che essi vadano tutti a votare, scegliendo i partiti che non candidino condannati nelle proprie liste, penalizzando i partiti nei cui listini abbondano gli approfittatori, i mascalzoni, i farabutti, gli imbroglioni e i disonesti. Non andare a votare significherebbe delegare gli altri, pochi, a decidere per noi. Si vuole questo? E allora è necessario andare a votare e prefiggersi di votare candidati onesti che firmeranno, impegnandosi, un Codice etico. Forse questa volta cambierà.

1 commento:

Giancarlo T. ha detto...

Mi preoccupo quando sento parlare di un uomo che aggiusta tutto. Ovviamente non è una critica ma semplicemente una considerazione .

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